Coldiretti, cibi artificiali: contrari al commercio 7 italiani su 10
ROMA - Sette italiani su dieci (70%) sono contrari alla messa in commercio del cibo artificiale prodotto in laboratorio dalla carne al latte fino al pesce, che gruppi di potere finanziario stanno cercando di imporre sui mercati mondiali nonostante le perplessità sugli effetti a lungo termine sulla salute umana e sull’ambiente. E’ quanto emerge dall’Indagine Coldiretti/Censis in riferimento alla promulgazione da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del provvedimento che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali, dopo l’avvenuta notifica a Bruxelles.
La legge è un impegno a difesa della dieta mediterranea ma anche – sottolinea la Coldiretti – un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare. Peraltro – precisa la Coldiretti – la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento si è già espressa sulla carne artificiale coltivata nella risoluzione sulle proteine, respingendo a larga maggioranza un emendamento che individuava nelle proteine coltivate in laboratorio una delle possibili soluzioni al problema della dipendenza degli allevamenti europei dagli approvvigionamenti dall’estero.
“L’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “non è la prima volta che facciamo da pionieri in Europa come dimostra il fatto che dopo la mucca pazza siamo stati il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando l’Unione Europa con il superamento di dubbi e contestazioni che fanno ormai parte del passato”.
Una eventuale richiesta di autorizzazione alla commercializzazione che dovesse pervenire all’Ue – secondo la Coldiretti – non potrebbe essere valutata con le procedure ordinarie dei novel food ma per gli ingredienti utilizzati vanno applicate nell’Unione Europea le stesse procedure previste per i medicinali, che necessitano di approfondite prove sperimentali. Una esigenza alla luce del fatto che, dalle allergie ai tumori, sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel Rapporto Fao e Oms che parla di “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito dalle industrie produttrici perché più accattivante ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali, che rilevano peraltro come la parola “sintetico” sia usata anche dal mondo accademico oltre che dai media.
Una battaglia contro il cibo artificiale è iniziata il 10 novembre del 2022 con l’avvio della grande mobilitazione della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci.
Senza dimenticare l’inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico di cui fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Altritalia Ambiente, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Confartigianato, Consiglio Nazionale Giovani, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Fare Ambiente, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Isvumi, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Per – Patto Ecologista Riformista, Pris, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Vas – Verdi Ambiente e Società, Wilderness.
Sulla scorta della mobilitazione Coldiretti, il 28 marzo scorso il Consiglio dei Ministri presenta il disegno di legge che vieta il commercio e la produzione in Italia di carne e altri alimenti ottenuti in laboratorio, proposto dal Ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dalla premier Giorgia Meloni. Un provvedimento sostenuto e approvato anche dalla Conferenza delle Regioni il 19 aprile 2023 prima dell’ingresso in Senato il 19 luglio, dove il ddl passa in Aula con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti.
La battaglia contro il cibo sintetico o artificiale si è estesa a livello internazionale con l’intesa sottoscritta nello storico farmer market Grown Nyc di Union Square a New York il 28 giugno dal presidente della World Farmers Markets Coalition, Richard McCarthy Una realtà che coinvolge 250 mila agricoltori e famiglie nei diversi continenti, dagli Usa all’Australia, dal Giappone al Ghana fino a numerosi Paesi dell’Europa.
Non è un caso che in Paesi dove è stata consentita la vendita come Israele, prima del consumo, venga chiesta – precisa Coldiretti – la firma su una liberatoria dalle responsabilità e conseguenze sulla salute. Ma – continua Coldiretti – pesano le preoccupazioni anche sul piano ambientale. I risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi dell’Università della California a Davis – conclude Coldiretti – hanno evidenziato che il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.