BARI - Dalla relazione annuale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) si rileva una conferma: cresce il numero delle dimissioni presentate dalle lavoratrici madri e dai lavoratori padri, nei primi tre anni di vita dei figli. Si registra che la maternità coincide con l’abbandono del posto di lavoro con buona pace dell’allarme per l’inverno demografico. Concepire dei figli, per chi è occupato, rischia di tradursi nella necessità di dover rivedere il rapporto di genitori con il lavoro, qualunque esso sia, perché mancano in genere servizi alle famiglie, in particolare al Sud, e da qui il bisogno di ricorrere a baby sitter, che diventa in tanti casi una ulteriore criticità per il bilancio familiare. Lo rende noto Cisl Puglia.
Il report delle dimissioni femminili rileva la motivazione prevalente nella grande difficoltà di conciliare lavoro e cura dei figli. Le dimissioni registrate in Puglia nel 2022 sono state 2.034, con un +20,1% rispetto al 2021. Inconciliabilità questa a causa anche di una trasformazione dell’organizzazione sociale che ha visto un ridimensionamento del welfare familiare che in passato scaricava gran parte degli oneri sui nonni. Così si spiega in parte anche l’affermazione positiva dello smart working che, dopo la pandemia, è diventato anche una risposta concreta alle esigenze di flessibilità di numerose famiglie. In codesto contesto la Cisl ritiene centrale la contrattazione, in particolare di secondo livello, specie in una realtà come quella pugliese, con oltre il 95% di piccole e piccolissime aziende. Contrattazione fondamentale per tutelare sia l’occupazione di madri e padri che l’organizzazione produttiva dell’impresa, abbinato ad un percorso partecipativo dei lavoratori.
Accettare la logica di interruzioni lavorative contestualmente alla nascita di figli ha ricadute gravissime economiche e sociali, con un ulteriore effetto di disincentivo demografico. Calo demografico che nel 2023 in Italia, secondo i primi dati da gennaio a giugno, vede ancora un decremento rispetto allo stesso periodo del 2022. Importanti, per far fronte a queste criticità delle famiglie e dei genitori, sono i risultati rivendicati e ottenuti dalla Cisl nazionale in questi mesi di confronto con il Governo all’interno della Legge di Bilancio, rispetto per esempio al bonus asili nido e congedi parentali. A conferma di quanto analizzato e riportato dai dati INL, necessario sarà incrementare e rafforzare ancor più gli investimenti sui congedi per la genitorialità , agire con specifici incentivi alla contrattazione collettiva di secondo livello, con misure mirate a conciliare, di più e meglio, tempi di vita e di lavoro, oltre a rafforzare l’assegno unico.
In Puglia importante è il recente avviso pubblico della Regione di un bando per ulteriori risorse ai nuclei familiari per l’accesso ai servizi educativi per minori da zero a tre anni; seppur non ancora sufficiente ad affrontare il problema strutturalmente a causa anche dei pochi posti disponibili nei nidi. Attualmente sono circa 20 posti ogni 100 bambini. Riteniamo fondamentale spendere bene tutte le risorse del Pnrr destinate alla Puglia, sono circa 154 milioni di euro per 328 progetti, seppur nella “messa a terra”, un po' come in tutta Italia, andiamo a rilento. Come Cisl in Puglia riteniamo che ci sono ulteriori provvedimenti praticabili, ma tutto ciò accompagnati da un maggiore protagonismo pragmatico e programmato dei Comuni, che devono mettere in campo forte coesione, condivisione con le parti sociali, in particolare nel corso della consultazione e confronto dei bilanci. Necessario in queste dinamiche sarà il rafforzamento della Pubblica Amministrazione intervenendo sulla carenza di personale utile ad una progettazione propria ed efficace per le famiglie e le comunità intere, grandi o piccole che siano.