TREVISO - Durante il funerale di Vanessa Ballan, la giovane uccisa a Riese Pio X, il vescovo di Treviso, Michele Tomasi, ha dichiarato che l'atto è "troppo grande, al di fuori di ogni previsione". Ha esortato al silenzio, alla preghiera per le vittime e alla ricerca di una civiltà che rifiuti la violenza sulle donne.
"Non c’è un motivo al mondo che giustifichi questo atto, questa violenza. Non c’è mai. Non c’è sicuramente nel caso di Vanessa e della creatura che lei portava in grembo. Ed è allora - ha proseguito il vescovo monsignor Tomasi - la totale insensatezza che irrompe nella vita, in una vita come le nostre, alle volte forse contraddittorie, ma che era accolta in un senso ed in un significato che la sorreggevano e la portavano, in un modo o in un altro, in una rete buona di relazioni e di affetti».
«Gesù sta parlando durante la sua ultima Cena, e sta parlando, nella sua preghiera al Padre, di noi - ha aggiunto Tomasi - Siamo accolti in un amore che precede la fondazione del mondo e che non ci abbandonerà mai (ce lo dice il Risorto!). Gesù parla di noi. Parla di Vanessa. Non c’è un senso nella sua brutale uccisione. Questa è il male. E con il male non possiamo, non abbiamo il diritto di venire a patti. Ma Vanessa è accolta, abbracciata in un amore più grande, in un amore autentico, in un amore eterno».
Monsignor Tomasi ha chiesto «il silenzio dai clamori e dalle curiosità . Silenzio della memoria e delle emozioni più negative. Silenzio della preghiera che invoca la consolazione delle vittime e la conversione dei violenti. Non certo il silenzio della ricerca della giustizia - ha puntualizzato - e nemmeno il silenzio nell'impegno per una civiltà che rifiuti nelle parole, negli atti e nei fatti la violenza sulle donne, e che superi finalmente la follia di voler possedere una persona, o di volerne determinare con la violenza le scelte e le decisioni».
«Sono diversi i momenti divertenti che ricordo insieme. Un episodio in particolare, e lo ricorderanno bene anche mamma e papà , è stato quando nel tagliare la carta con le forbici arrivasti al mio povero indice. Ancora oggi porto il tuo segno. Crescendo, hai praticato qualche sport, tra cui la pallavolo, ed eri solita dopo la scuola, finiti i compiti, guardare qualche programma in Tv. Insomma, eri una ragazza normale, ma senza farti mancare le risate con gli amici durante le merende pomeridiane». Inizia così il ricordo del fratello di Vanessa Ballan, anche lui ha parlato dal pulpito del Duomo di Castelfranco Veneto.
«Quando hai conosciuto Nicola - continua - 11 anni fa è iniziata la vostra relazione e storia d'amore. È arrivato il punto nella tua vita in cui tutto è cambiato, tu sei cambiata. Tutti ti abbiamo visto crescere in fretta tanto che, da un giorno all'altro, sei passata da essere adolescente a diventare mamma. Ricordo quando ho saputo della tua gravidanza, ero in ferie precisamente in spiaggia; so che mi sono bloccato per due ore, incredulo, stupito e allo stesso tempo gioioso. Da lì in poi ti sei messa in gioco tantissimo per essere la mamma che tutti abbiamo conosciuto, la compagna di Nicola, la lavoratrice affidabile. Insomma, una vita a tempo pieno con tutte le piccole grandi responsabilità , scegliendo la convivenza con un bambino piccolo. Impegnandoti ad essere sempre una mamma premurosa, presente, dolce e amorevole per il tuo adorato Mattia, il tuo Mimì, così lo chiamavi».
«Ãˆ la seconda volta che vengo nel duomo di Castelfranco per un funerale: la prima volta fu per Iole Tassitani, un altro femminicidio, una rapita e uccisa nel 2007. Penso che, da un lato, si debbano inasprire ancora di più le pene, perché pensare che si possa addirittura prendere 10, 20, 30 anni di condanna e non restare in carcere a vita è grave. Dall'altro serve il lavoro di tutta la comunità ». Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, uscendo dalla chiesa.
"Non c’è un motivo al mondo che giustifichi questo atto, questa violenza. Non c’è mai. Non c’è sicuramente nel caso di Vanessa e della creatura che lei portava in grembo. Ed è allora - ha proseguito il vescovo monsignor Tomasi - la totale insensatezza che irrompe nella vita, in una vita come le nostre, alle volte forse contraddittorie, ma che era accolta in un senso ed in un significato che la sorreggevano e la portavano, in un modo o in un altro, in una rete buona di relazioni e di affetti».
«Gesù sta parlando durante la sua ultima Cena, e sta parlando, nella sua preghiera al Padre, di noi - ha aggiunto Tomasi - Siamo accolti in un amore che precede la fondazione del mondo e che non ci abbandonerà mai (ce lo dice il Risorto!). Gesù parla di noi. Parla di Vanessa. Non c’è un senso nella sua brutale uccisione. Questa è il male. E con il male non possiamo, non abbiamo il diritto di venire a patti. Ma Vanessa è accolta, abbracciata in un amore più grande, in un amore autentico, in un amore eterno».
Monsignor Tomasi ha chiesto «il silenzio dai clamori e dalle curiosità . Silenzio della memoria e delle emozioni più negative. Silenzio della preghiera che invoca la consolazione delle vittime e la conversione dei violenti. Non certo il silenzio della ricerca della giustizia - ha puntualizzato - e nemmeno il silenzio nell'impegno per una civiltà che rifiuti nelle parole, negli atti e nei fatti la violenza sulle donne, e che superi finalmente la follia di voler possedere una persona, o di volerne determinare con la violenza le scelte e le decisioni».
«Sono diversi i momenti divertenti che ricordo insieme. Un episodio in particolare, e lo ricorderanno bene anche mamma e papà , è stato quando nel tagliare la carta con le forbici arrivasti al mio povero indice. Ancora oggi porto il tuo segno. Crescendo, hai praticato qualche sport, tra cui la pallavolo, ed eri solita dopo la scuola, finiti i compiti, guardare qualche programma in Tv. Insomma, eri una ragazza normale, ma senza farti mancare le risate con gli amici durante le merende pomeridiane». Inizia così il ricordo del fratello di Vanessa Ballan, anche lui ha parlato dal pulpito del Duomo di Castelfranco Veneto.
«Quando hai conosciuto Nicola - continua - 11 anni fa è iniziata la vostra relazione e storia d'amore. È arrivato il punto nella tua vita in cui tutto è cambiato, tu sei cambiata. Tutti ti abbiamo visto crescere in fretta tanto che, da un giorno all'altro, sei passata da essere adolescente a diventare mamma. Ricordo quando ho saputo della tua gravidanza, ero in ferie precisamente in spiaggia; so che mi sono bloccato per due ore, incredulo, stupito e allo stesso tempo gioioso. Da lì in poi ti sei messa in gioco tantissimo per essere la mamma che tutti abbiamo conosciuto, la compagna di Nicola, la lavoratrice affidabile. Insomma, una vita a tempo pieno con tutte le piccole grandi responsabilità , scegliendo la convivenza con un bambino piccolo. Impegnandoti ad essere sempre una mamma premurosa, presente, dolce e amorevole per il tuo adorato Mattia, il tuo Mimì, così lo chiamavi».
«Ãˆ la seconda volta che vengo nel duomo di Castelfranco per un funerale: la prima volta fu per Iole Tassitani, un altro femminicidio, una rapita e uccisa nel 2007. Penso che, da un lato, si debbano inasprire ancora di più le pene, perché pensare che si possa addirittura prendere 10, 20, 30 anni di condanna e non restare in carcere a vita è grave. Dall'altro serve il lavoro di tutta la comunità ». Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, uscendo dalla chiesa.