Granchio blu: al via lo studio all'Unisalento


LECCE - La voracità e l’elevata capacità di dispersione e di riproduzione sono caratteristiche del granchio blu (Callinectes sapidus) conosciute solo per poche popolazioni Mediterranee, a scala di bacino la situazione è molto più complessa e articolata: studiare gli effettivi impatti è lo scopo del progetto di ricerca nazionale “TROPHYC - The trophic geography of marine bioinvaders: the Atlantic blue crab Callinectes sapidus in the Mediterranean Sea as a model species”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, nell’ambito dei Progetti di Rilevante Interesse Nazionale – PRIN, che prenderà il via martedì 5 dicembre 2023 alle ore 10.00, con una videoconferenza che si terrà presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento.
Coordinatore del progetto è il professor Giorgio Mancinelli, docente di ecologia all’Università del Salento, membri del team scientifico sono Lucrezia Cilenti, ricercatrice del CNR-ISPA di Foggia, Salvatrice Vizzini, docente di Scienze della Terra e del Mare all’Università di Palermo, e Agnese Marchini, docente di Ecologia all’Università di Pavia.

«Il granchio blu si è ormai diffuso in tutto il Mediterraneo e il sud Europa, ma ancora non sappiamo quali siano i suoi effettivi impatti sulle catene trofiche nei diversi siti che ha colonizzato.», afferma il professor Giorgio Mancinelli, docente di ecologia a UniSalento, «Università, enti di ricerca e agenzie di monitoraggio ambientale dei 12 Paesi Mediterranei, Italia, Egitto, Turchia, Libano, Grecia, Libia, Tunisia, Marocco, Albania, Croazia, Francia, Spagna; hanno manifestato interesse al progetto, e si sono resi disponibili a collaborare attraverso l’invio di informazioni sul contesto ecologico locale e di esemplari di Callinectes sapidus raccolti in loco. Dimostrazioni d’interesse per i risultati scientifici del progetto sono state espresse anche dall’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell'Ambiente (ARPA) Puglia e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO)».

«In totale, ci aspettiamo di raccogliere informazioni da oltre trenta siti Mediterranei e di dare un significativo contributo alla conoscenza ecologica di questa specie che sta minacciando l’economia del comparto pesca oltre che la biodiversità e quindi la conservazione degli habitat già stressati dall’emergenza climatica» aggiunge la dottoressa Lucrezia Cilenti, ricercatrice del CNR-ISPA di Foggia che studia da anni la popolazione di granchio blu di Lesina, una delle più abbondanti e stabili del Mediterraneo.

Sarà Salvatrice Vizzini, docente di Scienze della Terra e del Mare all’Università di Palermo, a condurre le analisi isotopiche sui campioni, che arriveranno, di Callinectes sapidus. Le analisi contribuiranno alla comprensione delle strategie alimentari e del ruolo trofico del granchio blu nel bacino Mediterraneo, informazioni indispensabili per la valutazione dell’impatto della specie sugli ecosistemi invasi.

«Questo dato, combinato alle informazioni sui contesti locali che raccoglieremo tramite questionari, ci consentirà di fare una stima più accurata e realistica del rischio ecologico e socio-economico che il granchio blu esercita in Mediterraneo», osserva infine Agnese Marchini, docente di Ecologia all’Università di Pavia, esperta di specie aliene marine.

Il progetto “TROPHYC” intende fornire dati scientifici strutturati al fine di individuare su base conoscitiva le strategie migliori per una gestione sostenibile degli habitat e della risorsa, valutando sia i rischi sia le eventuali opportunità. Dati e risultati del progetto saranno resi disponibili sulla piattaforma di LifeWatch ERIC Italy, infrastruttura europea di e-Science e Tecnologia per la ricerca su biodiversità ed ecosistemi, e offriranno un supporto decisionale al controllo del granchio blu.