I dolori del giovane Giò, standing ovation alla 'Cappella Orsini' di Roma


FRANCESCO GRECO -
 ROMA - Bello, emozionante, commuovente il transfert: il pubblico ha vissuto intensamente col cuore e con la pelle i dolori del giovane Giò in scena alla "Cappella Orsini", nel cuore di Roma (Campo dè Fiori).

Dall'outing sincero con la madre sulla natura maschile estranea alla sua percezione del corpo in un Salento arcaico e patriarcale (lei si aspetta i nipotini), passando per la Roma barocca e felliniana della "Dolce vita" (incluso un litigio sul set col mitico regista di Rimini), l'operazione chirurgica a Casablanca, la strada e infine la "conversione" e la consacrazione da suora laica in un convento del Piemonte.

Sino al triste epilogo dovuto anche alla chirurgia ancora ai primordi in quel comparto e i funerali alla Chiesa della Madonna del Canneto (Gallipoli).

La parabola umana e artistica di Gioacchino "Giò" Stajano, primo dei sei rampolli di una famiglia nobile di Terra d'Otranto nell'altro secolo, il padre è il conte Riccardo, latifondista, la madre Fanny Starace (dunque nipote del gerarca fascista Achille) viaggia su queste agili declinazioni con un testo essenziale come pennellate espressioniste.

A cui le musiche fanno da contrappunto: dalle canzoni del Ventennio alla Edith Piaf di Je ne regrette rien, Frank Sinatra di My whay, incluso "La calunnia è un venticello" dal Barbiere di Siviglia (Rossini).

L'eclettismo sorprendente di una troupe superba (da Joyce Conte a Marta Bifano, Sara Pallini, Gabriele Sisci, Nino Mallia, Isabella Deiana, audio, luci e musiche curati da Paolo Sbriglio hanno dato ancor più pathos a uno spettacolo molto innovativo nella struttura portante e nei codici espressivi ed estetici.
"Da sempre mi appassiona il metodo Stanislavskij", sorride soddisfatta l'autrice, regista e attrice Francesca Stajano Sasson offrendo la password dello spettacolo.

Finisce con una standing ovation con la compagnia a sua volta commossa, richiamata per un affettuoso e riconoscente tribute. E solo l'umida notte romana nasconde le lacrime di più di uno spettatore: accade quando si toccano le rarefatte vette della poesia. A gennaio "Polvere di Giò" sarà replicato a Roma e poi andrà in tournée in tutta Italia.

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