Lecce, 'I reportages sul tarantismo' firmati da Giovanni Valentini


SALVATORE LUPERTO -
'Tradurre in immagini fotografiche un disagio fisico o mentale è il modo più efficace di comunicare il malessere dei protagonisti principali e secondari di un’azione, oltre il sentimento e l’apprensione dell’autore nel cogliere l’emozione di un’eloquente scena di sofferenza.

Attraverso i significativi scatti che bloccano un momento, Giovanni Valentini, nei suoi reportages narra il tarantismo in modo diretto, senza intermediari; esprime l’atmosfera e l’afflato umanitario dei personaggi, fotografati in pose insolite, in un contesto in cui il rapporto protagonista-spettatore assume un particolare significato, utile anche per constatarne l’effettiva realtà di un fenomeno antropologico già in declino in quel periodo.

Giovanni Valentini, artista di Galatina, precursore dell’arte cyborg, dopo la formazione didattica e artistica avvenuta a Lecce (Istituto d’Arte Pellegrino) e a Napoli (Accademia BB. AA.), è vissuto a Milano dove ha collaborato con docenti di prestigiose università del nord Italia, elaborando le sue intuizioni artistiche scaturite dalle proprie osservazioni nel campo scientifico.

Costantemente impegnato nella ricerca di un’espressività personale nelle arti visive, ha indagato ambiti della materia organica e inorganica, astrale e virtuale, trasmutando in arte il misterioso mondo della scienza, precorrendo le attuali tendenze sull’arte cyborg. Con la sua attività artistica ha rappresentato la realtà visibile e invisibile, attraverso immagini singolari, utilizzando potenti strumenti tecnologici per documentare e narrare con l’arte la scienza e lo stato d’animo in cui erano coinvolti inconsapevolmente anche i fruitori.

Un valido esempio è la nota mostra Hibernation tenutasi a Milano nel 1971 in cui registrò con dei rilevatori le reazioni dei visitatori ignari del loro ruolo attivo nell’evento.

I due cicli di foto sul tarantismo, così come segnala l’antropologo Eugenio Imbriani nella presentazione pubblicata nel pieghevole della mostra Il disagio dei tarantolati nei reportages di Giovanni Valentini risalgono agli anni Settanta, posticipando di due lustri le date dei rispettivi cicli fotografici (1960 – 1966) indicate dallo stesso Valentini nella sua pubblicazione Cyborg Astrophysics by G. Valentini 57/58, pagg. 74-77 del 2010 e riportate nella pubblicazione di Autori VV. Il rituale del tarantismo di Giovanni Valentini del 2022 e nel catalogo della mostra Giovanni Valentini, essenza e apparenza tra arte e scienza del 2022.

Delle trenta foto, cm. 24x30 (molte inedite) stampate negli anni Settanta, allestite nella mostra Il disagio dei tarantolati nei reportages di Giovanni Valentini, curata da me, nella galleria ARTPOETRY di Lecce, dodici immagini ritraggono un tarantolato in un giardino di Nardò, attorniato dal noto musicoterapeuta Luigi Stifani e da altri musicisti; diciotto invece raffigurano tarantolate tra la folla nella piazza antistante la chiesetta di San Paolo a Galatina.

Gli scatti sul tarantolato di Nardò illustrano la pratica esorcizzante domiciliare ponendo in evidenza le fasi caratterizzanti: 1 – l’azione esorcizzante di Stifani con altri musicoterapeuti; 2 – lo stato di agitazione del tarantolato mentre si dimena con la sedia fino allo sfinimento sul tappeto; 3 – l’appagamento del tarantolato seduto che ringrazia il Santo tenendo tra le mani la sua sacra immagine mentre gli astanti applaudono. Il secondo ciclo di foto raffigura invece alcune tarantolate che a fine giugno, accompagnate dai congiunti, si recavano a Galatina per chiedere protezione al Santo.

Il contesto è sempre uguale, donne turbate che manifestano il loro disagio tra la calca dei curiosi, accorsi nella piazza antistante la chiesetta di San Paolo per partecipare al consueto rituale.

Le foto scattate da un balcone, con inclinazione della fotocamera abbassata, inquadrano le scene dall’alto e permettono di osservare, con profondità di campo, i movimenti delle tarantolate mentre interagiscono con il pubblico che, attratto dalle azioni a cui assiste, è coinvolto in un rapporto diretto, da cui emerge l’emotività dei singoli soggetti inconsapevolmente partecipi della scena raffigurata.

Galleria ARTPOETRY, via G. Candido 3, Lecce.

Inaugurazione 6 dicembre ore 18.30. 

La mostra è visitabile sino al 12 gennaio, dalle 17 alle 20, su appuntamento, tel. 329 6249713.