Musica: The Sweet Survivor di Antonio Di Lorenzo esce anche in vinile


BARI - La musica torna a girare. Fino a poco tempo fa settore di nicchia, negli ultimi anni in costante crescita, il mercato del vinile gode di ottima salute. Dopo anni di crisi, questo formato ha registrato una forte crescita nelle vendite e nella produzione, grazie all'interesse di appassionati, collezionisti e nostalgici. Il vinile offre un'esperienza di ascolto unica, che valorizza la qualità del suono e il fascino dell'oggetto, facendolo diventare quasi un feticcio. Anche le grandi case discografiche, come la Sony, hanno ripreso a investire in questo settore, riaprendo le fabbriche che lo producono. È di pochi giorni fa la notizia che nella affollata Oxford street a Londra l’insegna del cane che ascolta il grammofono è tornata a risplendere. Lo storico negozio “His Master’s Voice” dal 1921, ora “The HMV Shop”, ha riaperto i battenti dopo 4 anni di chiusura. Per gli amanti della musica è un’epifania.

Il vinile ha contribuito anche alla ripresa del mercato musicale italiano, che nel primo semestre del 2023 ha fatturato circa 176 milioni di euro, con una crescita del 14,2% (nuovo rapporto semestrale della Federazione Industria Musicale Italiana-FIMI ndr). Il digitale resta il segmento più importante, ma quello fisico non è da meno, con un aumento del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2022, se si sommano le performance di vinile e CD. Il vinile ha guadagnato il 14,3%, superando il CD al 5,3%. Il ritorno del disco in vinile e l’incremento delle vendite sono una buona notizia per la musica e per la cultura, tanto che molti musicisti stanno stampando i loro lavori anche su questo supporto in resina per la riproduzione analogica dei suoni.

È il caso di Antonio Di Lorenzo che, dopo lo straordinario successo della mostra ‘Vintage Drum Show’ al Medimex di Taranto, che contemplava una selezione di una delle più grandi collezioni al mondo di batterie vintage dello stesso musicista e collezionista Di Lorenzo con più di un migliaio di visitatori in quattro giorni di esposizione (tra cui illustri professionisti come Tullio De Piscopo, Marc Urselli, vincitore di numerosi Grammy Awards, Ron, batteristi in erba e non, musicofili, collezionisti, rappresentanti delle istituzioni ma anche semplici curiosi e appassionati da tutto il mondo), e dopo il successo del suo sesto album da solista “The Sweet Survivor” per Bumps Records, ha deciso di pubblicare il lavoro anche in vinile.

Per il noto batterista, percussionista e compositore pugliese che l’Enciclopedia del Jazz ha definito come ‘uno dei massimi specialisti del suo strumento’, la scelta del vinile risponde ad una scelta stilistica che appartiene alla sua poetica di artista, come ben esplicitato da lui stesso: «Sono assolutamente vintage. Ho voluto ricreare nell’ultimo lavoro quei suoni che sono la mia passione di collezionista, utilizzando per la registrazione dei brani in studio solo batterie vintage».

Sicuramente l’opera più matura del musicista e collezionista con una storia tra le più suggestive tra gli artisti pugliesi in attività con una carriera prestigiosa e più che trentennale in studio di registrazione e ‘on stage’ sui palchi di tutto il mondo con chi rappresenta la “Storia del Jazz”. Antonio Di Lorenzo ha collaborato e suonato, infatti, con Steve Lacy, Lee Konitz, Dave Liebmann, Marc Ribot, Bob Mintzer, John Medeski, Benny Golson, Enrico Rava, Massimo Urbani, Gianluigi Trovesi, Bruno Tommaso, Franco D’Andrea, solo per citarne alcuni; è vincitore nel 2020 dell’“Universal Audio Award” e per due anni consecutivi Leone D’Argento alla Biennale di Venezia, ed è apprezzato anche nel circuito pop. Collabora con Vinicio Capossela, Lucio Dalla, Paolo Conte, ha all’attivo più di 100 dischi, molti come leader, compone musiche per documentari e vince numerosi premi, confermando l’elezione nel 1998, nell’annuale referendum “Top jazz” della rivista Musica Jazz, a uno dei nuovi talenti del jazz italiano.

Il suo ultimo lavoro da solista “The Sweet Survivor” è concepito come un ‘concept album’ nato tra la Puglia, Los Angeles, New York e Londra durante il lockdown, probabilmente la sua opera più ‘personale’ in cui la vicenda umana si fonde con le molteplici fonti di ispirazione e l’amore profondo per la sua Puglia. Insieme a lui, alcuni suoi collaboratori storici come il fisarmonicista Vince Abbracciante e il bassista Dado Penta (i celebri The Bumps), il sassofonista Sabino Fino, ma anche altri giovani leoni come i fiatisti Cozzella, Mastropasqua, Fallacara, Paolo Daniele e le voci di Carol Comes e Vincenzo Scarafile. Oltre che i featuring di alcuni maestri del jazz mondiale come Marc Ribot, John Medeski e il Maestro Bruno Tommaso.

Nel disco confluiscono le tante influenze che vanno da Morricone al jazz, al tango, dall’avanguardia della musica alla tradizione, in un percorso sonoro che lascia incantati.

“The Sweet Survivor” è un lavoro intenso, pieno di emozioni e suggestioni musicali, un viaggio sonoro che lascia il segno nell’ascoltatore. Nulla nel disco è lasciato al caso e, come sempre, Antonio Di Lorenzo ha una cura sartoriale dei suoi lavori, dalle registrazioni alla scelta dei collaboratori (ha pubblicato un disco in ensemble ogni 10 anni e due dischi di solo drums). Questa volta, rispetto ai pluripremiati dischi precedenti, c’è più esperienza personale e musicale, ma anche più capacità di astrazione, oltre ad una grande attenzione per il materiale compositivo.

Il disco si apre con i suoni di una spiaggia e la fisarmonica di Abbracciante (“Para mi Madre”) in una struggente melodia, ma poi le voci da madrigalisti di Carol Comes e Scarafile fanno da preludio a una straordinaria performance al piano elettrico di John Medeski nel brano Recitativo per Ennio, un vintage funk all’italiana dedicato al grande maestro Morricone con tanto di citazioni di Edda Dell’Orso e fischio di Alessandro Alessandroni. Segue la title track “The Sweet Survivor”, una ballata con il tema esposto da Paolo Daniele all’armonica a bocca e un assolo intenso di Medeski ci porta verso lidi musicali cinematici di grande tensione emotiva. Tocca al solo di chitarra di Marc Ribot, originale e inimitabile come sempre, impreziosire “Last Tango for Diego” un brano nel cui titolo ci sono già tutti i punti di riferimento Bernardo Bertolucci, Gato Barbieri, la polvere e il genio calcistico di Maradona e l’amore di Di Lorenzo per le sonorità di Cinecittà e i primi anni ‘70 in Italia; di particolare rilievo l’arrangiamento straordinario di Bruno Tommaso per questo brano.

“Lullaby Langilla” è una ballad astratta con echi a metà strada tra Sakamoto e Bill Evans, eseguita in trio con Penta e Abbracciante (The Bumps), e poi tre miniature sonore “L’Arte della Fuga Impossibile” in cui l’autore si cimenta con le spy stories e la scrittura per B Movies e percussioni orchestrali. Conclude il disco “Grand Final” in cui un tagliente e acido solo di Marc Ribot prelude alle melodie da banda pugliese e all’unico spazio solista che l’autore si ritaglia nel disco, con un solo di batteria in crescendo che chiude insieme ai fiati l’intero percorso musicale. Un Grande Finale appunto.

Di Lorenzo firma tutti i brani originali del disco e non vi sono riletture o cover.

Il suo amore viscerale per le batterie vintage e per il suono che esse riescono a sprigionare è tutto nell’utilizzo nel disco di set rigorosamente d’antan, ancora può apprezzabili sul sopporto vinilico. «Per i brani “Recitativo for Ennio” e “Grand final” – sottolinea il talentuoso protagonista della scena musicale Di Lorenzo - ho suonato il set ‘Rogers Londoner pacific blue snare’ e ‘Ludwig Black Beauty’ 6,5; per “The Sweet Survivor” la ‘Ludwig Club Date 1964’ e ‘rullante Ludwig Auditorium 6,5’ del 1967. In “Last tango for Diego” e “L’Arte della Fuga Impossibile: da se stessi, dal mondo, dal nulla” il set ‘Slingerland Pop Outifit 1966’ e rullante ‘Ludwig Black Beauty 14x5’, per “Lullaby Langilla” invece ‘Rogers Londoner Butcher Block’ e rullante ‘Rogers Dynasonic metal 14x6,5’ del 1971».

Vincitore del bando Puglia Sounds Record 2023, il suo ultimo lavoro da solista “The Sweet Survivor”, è disponibile oltre che in vinile, anche su tutte le piattaforme digitali (Spotify, Apple Music, iTunes, Youtube, ecc…), su cd, e lo sarà a breve anche in musicassetta. A luglio è stato pubblicato un single edit video della title track.

«Un disco che dedico a mia madre e a tutti i miei amici musicisti, come Gianni Lenoci, scomparsi nell’ultimo periodo, anche a causa del Covid, per questo mi sento un sopravvissuto (survivor ndr), ma un sopravvissuto felice, perché in fondo, io, “nipote d’arte”, i miei zii materni erano batteristi, ho fatto il lavoro che mi appassionava di più e per il quale ho studiato, ho fatto ciò che volevo nella vita: il batterista».

www.dilorenzodrum.it,

IG: antoniodilorenzodrum

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