BARI - Mercoledì 13 dicembre (ore 19.30), nella chiesa di San Domenico, a Bari, è previsto il concerto «Canto di madre», ultimo appuntamento dell’N&B Mareterra Festival 2023. Protagonisti della serata saranno il mezzosoprano Tiziana Portoghese e l’organista Gilberto Scordari, che della rassegna è fondatore e direttore artistico. Il programma comprende musiche della tradizione mariana, dal Barocco sino ai nostri giorni, passando per le varie tradizioni popolari. I brani eseguiti saranno intervallati dalla lettura di frammenti tratti dagli scritti di don Tonino Bello. L’evento, a ingresso libero, è organizzato in collaborazione con l’Arciconfraternita del Rosario in San Domenico. Info e contatti 351.7510571.
A introdurre la sequenza di brani, il «Salve Regina» di Giovanni Battista Pergolesi, seguito da «Maria Matrem Virginem», composizione risalente al Quattordicesimo secolo e custodita nel «Llibre Vermell de Montserrat», manoscritto ritrovato nei pressi di Barcellona, nel monastero di Montserrat, per l’appunto, e contenente una collezione di canti medievali e altro contenuto liturgico della fine del Medioevo.
Quindi, dopo aver ascoltato il «Cantabo Domino» del compositore veneziano del Seicento, Alessandro Grandi, con un balzo temporale si arriverà al Novecento con Jean Langlais, organista e compositore francese, che fu anche molto attivo negli Stati Uniti, del quale verrà proposto il «Regina Coeli». Si rimarrà nel Ventesimo secolo con l’«Ave Maria» di Jehan Alain, altro organista e compositore transalpino, e con la rilettura dell’«Ave Maria» di Caccini firmata dal compositore e chitarrista russo Vladimir Vavilov.
Ancora musica antica con Michael Praetorius, Johann Sebastian Bach e tradizionali sia ebraici che sefarditi di epoca ignota, prima di immergersi nella celebre «Ave Maria» di Schubert. Previsti anche anonimi del Tredicesimo secolo, arie dell’inglese Henry Purcell e del principe compositore Pal Esterhazy, l’«Ave Maria» di Nicola Porpora, tra i capostipiti della scuola napoletana, e la rielaborazione di un canto sefardita nel brano «Durme durme» firmato dal compositore barese dalla carriera internazionale Massimo De Lillo, vincitore nel 2022 dell’Atlanta Philarmonic Orchestra Composition Competition.
A introdurre la sequenza di brani, il «Salve Regina» di Giovanni Battista Pergolesi, seguito da «Maria Matrem Virginem», composizione risalente al Quattordicesimo secolo e custodita nel «Llibre Vermell de Montserrat», manoscritto ritrovato nei pressi di Barcellona, nel monastero di Montserrat, per l’appunto, e contenente una collezione di canti medievali e altro contenuto liturgico della fine del Medioevo.
Quindi, dopo aver ascoltato il «Cantabo Domino» del compositore veneziano del Seicento, Alessandro Grandi, con un balzo temporale si arriverà al Novecento con Jean Langlais, organista e compositore francese, che fu anche molto attivo negli Stati Uniti, del quale verrà proposto il «Regina Coeli». Si rimarrà nel Ventesimo secolo con l’«Ave Maria» di Jehan Alain, altro organista e compositore transalpino, e con la rilettura dell’«Ave Maria» di Caccini firmata dal compositore e chitarrista russo Vladimir Vavilov.
Ancora musica antica con Michael Praetorius, Johann Sebastian Bach e tradizionali sia ebraici che sefarditi di epoca ignota, prima di immergersi nella celebre «Ave Maria» di Schubert. Previsti anche anonimi del Tredicesimo secolo, arie dell’inglese Henry Purcell e del principe compositore Pal Esterhazy, l’«Ave Maria» di Nicola Porpora, tra i capostipiti della scuola napoletana, e la rielaborazione di un canto sefardita nel brano «Durme durme» firmato dal compositore barese dalla carriera internazionale Massimo De Lillo, vincitore nel 2022 dell’Atlanta Philarmonic Orchestra Composition Competition.