OPINIONI. Italiani, brava gente no-vax


FRANCESCO GRECO
- Incantesimo finito, la maschera si scioglie: gli italiani si sono addormentati ansiosi di rivaccinarsi per l’ennesimo booster, si sono risvegliati no-vax.

A milioni. L’ennesimo richiamo in una farsa tragicomica infinita come la storia di Limhal, non seduce più di tanto il popolo bue. Nonostante le rassicurazioni dello scienziato Bertolaso: “E’ la prima dose di un nuovo vaccino, è sicuro...”. Quando le parole ci passano oltre. Ormai siamo ai sequel.

I dati sono contraddittori: pare che i fragili che sinora si sono recati agli hub a braccio nudo sono appena il 9 per cento. Dato che, sommato alle altre categorie, fa in tutto un misero 0,25 per cento di chi ha risposto alla chiamata alle armi.

E anche l’antinfluenzale ristagna trascinato in basso: i vecchi non si fidano manco di quello.

Il tutto oscurato dal mainstream, che si occupa della supercazzola prematurata, direbbe Antani. Giornalismo a luci rosse.

“Un flop” titola a denti stretti qualcuno per tenersi i radi lettori, mentre i tg passano code agli hub: quelle dei tifosi ai cancelli del derby Lazio-Roma. Gli stessi che, febbraio 2022, gabellarono immagini estrapolate da videogiochi per scene di guerra? Fatto il paradigma, tutto viene di riflesso: per loro la notizia sono gli ostaggi liberati non i massacri quotidiani di palestinesi.

Flop epocale diciamo in platea. La corazzata che sparge terrorismo unificato, giornali, radio, tv, programmi vari, star e attricette, non funziona più. Fabio Fazio(so) che intervistava Speranza e Burioni in ginocchio deve andare a lavorare.

Basterà per fare autocritica a chi diabolicamente persevera, chi definiva “sorci” i dubbiosi, chi proponeva il lager?

Chi jettava prevedendo la morte (Draghi) per chi resisteva alle sirene del pensiero unico si-vax, magari senza essersi vaccinato, o averlo fatto con acqua fresca?

Ci vorrebbero risposte serie e responsabili e invece agli alti livelli istituzionali si traccheggia sulla commissione d’inchiesta.

Almeno fatela partire per un minimo di decenza, magari la boicottate/depotenziate dopo. Così circa 200mila persone si uccidono di nuovo e si ridicolizzano le famiglie che democraticamente chiedono di sapere. A questi si aggiungono le persone che non hanno più una vita normale.

Questione di democrazia, di cui pur si dicono fieri paladini. Così si dà ragione a Massimo Citro della Riva, quando dice che sono quasi tutti in conflitto di interessi.

E siccome il diavolo si diverte a fare pentole e coperchi, quasi rispondesse a un’occulta regia, nelle stesse ore avvengono due fatti uno antitetico all’altro.

Un ex ministro della salute (la sua) gira le disincantate contrade del Belpaese per vantarsi di aver ben gestito la pandemia e averla vinta. Dovrebbe allora spiegare perché ha boicottato il suo stesso capolavoro “Così guariremo” togliendolo nottetempo dai banconi delle librerie. Mentre il mainstream grottescamente dà notizia dell’archiviazione a suo carico, senza aver dato quella dell’eventuale inchiesta. Come dare il risultato di una partita non ancora giocata. Si dice che c’è un’inchiesta anche a carico della signora Von der Leyen.

E mentre una prestigiosa rivista scientifica britannica (mai una testata italiana sempre impegnate a riempire le pagine di aria fritta), British Medical Journal, dice che il protocollo del plasma iperimmune, che tante persone guarì (a costo zero per pazienti e SSN), del medico pugliese Giuseppe De Donno, primario all’ospedale di Mantova, funzionava. Ridando dignità a un uomo dileggiato dai media, chiamato “stregone”, emarginazione che lo condusse al suicidio (messo pubblicamente in dubbio dai famigliari, soprattutto la sorella Lucia). Di zone d’ombra tutta la vicenda ne riverbera una bella compilation. Ci vorrebbe un libro per allinearle tutte.

Dal segreto militare sui vaccini (cioè, sieri sperimentali), ai contratti secretati fra i 27 governi europei e i produttori. Né si è mai saputo nulla sui vaccini italiani, black-out totale. “Effetti collaterali” esorcizzati dal linguaggio comune, così come la locuzione “eventi avversi”. I troppi “malori improvvisi” mai messi in relazione con le dosi.

E poi le mascherine, la clausura dei lockdown forse inutili, la frantumazione del tessuto sociale e umano, i bambini sierati per proteggere i nonni e i nonni per far stare sicuri i nipotini. Milioni di lavoratori costretti a vaccinarsi pena morire di fame con le proprie famiglie. Il green pass. Lo Stato che non si assume alcuna responsabilità.

Se poi davvero ci si poteva curare a domicilio senza ospedalizzazioni, allora il cerchio tragico sarà definitivamente chiuso. Si è inutilmente abolita ogni libertà individuale formattando un principio sacro: il libero arbitrio sul proprio corpo.

I teorici di tutto ciò, a quel punto, in blocco (media in primis), saranno del tutto, oggettivamente, delegittimati. E cosa dovrebbero fare se non trarne le conseguenze?

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