(Pixabay) |
La pasta è arte, creatività e identità italiana, ma anche custode di tradizioni familiari e territoriali che hanno contribuito alla creazione del made in Italy. Ogni singolo pastificio, dal più grande al più piccolo, nasconde storie di uomini e donne umili, partiti dal nulla con pochi sacchi di farina. Nel corso del tempo, poi, quei piccoli forni si sono trasformati in veri e propri imperi capaci di portare l’Italia nel mondo. Non è un caso, tra l'altro, che la cucina italiana sia stata candidata a Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Raccontare la pasta, intrecciando le storie territoriali e imprenditoriali delle dinastie del made in Italy, restituire al pubblico la narrazione umana ed emotiva di un’Italia che oggi non esiste più: l’Italia che ha superato guerre, crisi economiche, e cambiamenti sociali senza mai arrendersi di fronte alle difficoltà . Tutto questo è "L'oro d'Italia", una produzione originale di Rai Documentari, firmata da Catia Barone e Sara Catalini, con la regia di Luca Marinacci, in onda venerdì 15 dicembre alle 16.20 su Rai 3.
Il viaggio del documentario comincia nella valle di Gragnano dove il tempo sembra essersi fermato, e dove l’acqua della sorgente Forma scorre dal rudere di un antichissimo mulino fino ai piedi della valle, famosa in tutto il mondo per la macinazione della sua farina. Si narra che la pasta prodotta a Gragnano fosse di qualità superiore grazie alla particolare posizione geografica del paese, circondato da colline e baciato dalla brezza marina. L'aria salubre e la perfetta esposizione al sole favorivano la disidratazione del grano e assicuravano un'aroma e un sapore unici. I racconti dei produttori e degli storici di Gragnano trasportano il telespettatore così indietro nel tempo da riscoprire l’invenzione della pasta secca che sfamò la popolazione durante le carestie del Seicento e del Settecento, fino all’incantesimo dell’industria napoletana che si ruppe di fronte alla Grande Guerra e all’inevitabile progresso tecnologico.
La seconda parte del documentario si lascia alle spalle la valle di Gragnano per tornare al presente e seguire, nella provincia di Parma, l’evoluzione del pastificio più grande al mondo nato da un piccolo forno nel 1877, e in Molise la storia di un’importante famiglia di mugnai capace di salvare un antico marchio del territorio destinato al fallimento.
Anche qui, le storie delle famiglie del made in Italy attraversano il passato per uno sguardo più attento al futuro, alla scoperta dei centri di ricerca più avanzati che stanno già segnando l’evoluzione della pasta.