28-29 gennaio '44: 80 anni fa a Bari nacque l'Italia libera

(Dante Petaccia - Carlo Antonio - Riccardo Filangieri - Guido Cortese - Benedetto Croce)

NICOLA ZUCCARO -
Tra il 28 e il 29 gennaio 1944, nel Teatro Piccinni di Bari, si riunirono i Comitati di Liberazione Nazionale, costituti dopo la caduta del fascismo. L'organizzazione dell'incontro non era stata facile. Inizialmente si pensò di convocare il congresso a Napoli il 20 dicembre 1943, ma l'ACC (Allied Control Commission) quale organo di controllo alleato, su pressione di Badoglio, negò l'autorizzazione perchè temeva che, in una città così vicina al fronte di Cassino, non potesse essere garantito l'ordine pubblico. 

Il congresso venne allora spostato a Bari, dove già si svolse una riunione preliminare il 24 novembre 1943, e fu rimandato a gennaio. Per smorzare le allarmistiche, il 22 gennaio 1944 i partiti antifascisti presero posizione con una dichiarazione pubblicata su "La Gazzetta del Mezzogiorno". Tre giorni dopo Badoglio emanò un'ordinanza - poi annullata dagli alleati - con cui si vietò a causa di un incipiente (e mai verificatasi) epidemia di tifo, "l'ingresso in città di viaggiatori provenienti da Napoli e sprovvisti di certificato medico". 

Il 28 gennaio all'apertura del congresso parteciparono 120 delegati, in rappresentanza di 21 province, 50 giornalisti, 15 addetti alla segreteria e 800 cittadini. Tra i convenuti Guido Calogero e Aldo Capitini per il Partito d'Azione, Aldo Moro e Natale Lojacono (poi divenuto sindaco di Bari) per la Democrazia Cristiana. I lavori vennero introdotti dal giudice Michele Cifarelli, segretario del CLN di Bari e presidente del Comitato Organizzatore che dette lettura dei messaggi di Roosvelt, di Stalin, di Chiang Kai-Shek. 

Seguì un importante discorso di Benedetto Croce dal titolo "La libertà italiana nella libertà del mondo". Il filosofo pose subito la questione istituzionale, proponendo la liquidazione del re quale corresponsabile della guerra e dell'avvento di Mussolini alla guida dell'Italia. Il suo intervento fu lungamente applaudito. Intervennero, poi, Giulio Rondinò e Carlo Sforza, appena rientrato dall'esilio grazie agli americani. Nel pomeriggio presiedette i lavori Alberto Cianca e intervennero Vincenzo Arangio Ruiz e Tommaso Fiore. 

Costoro, anch'essi in qualità di rappresentanti del Partito d'Azione, chiesero l'abdicazione immediata del re e la sua messa in stato d'accusa; la trasformazione del congresso in assemblea rappresentativa permanente fino alla nascita di una Costituente; l'elezione di una Giunta esecutiva che, fino alla liberazione di Roma, rappresentasse il popolo italiano nei rapporti con le Nazioni Unite. Contro il re e contro il governo Badoglio si schierò anche il CLN centrale in un messaggio ufficiale ai congressisti, portato attraverso le linee dal socialista Lizzadri e dal liberale Marconcini. 

I lavori terminarono con la proposta di comporre una Giunta esecutiva con pieni poteri a cui avrebbero partecipato tutti i Partiti rappresentati nel congresso (Partito Liberale Italiano, Democrazia Cristiana, Democrazia del Lavoro, Partito d'Azione, Partito Socialista Italiano e Partito Comunista Italiano). Il discorso di chiusura fu affidato a Carlo Sforza che ringraziò i convenuti "alla prima libera assemblea dell'Italia e dell'Europa liberata" e li invitò a restare uniti e ad avere fiducia nell'Italia. L'assise barese venne commentata da Alba De Cespedes che, con lo pseudonimo di "Clorinda", era la voce di "Italia Combatte", la trasmissione di punta di Radio Bari EIAR. 

L'avvenimento fu definito da Radio Londra "il più importante avvenimento della politica internazionale italiana, dopo la caduta di Mussolini" e l'inviato della Reuters lo considerò di "grande rilievo, perchè il suo tema principale sarebbe stato il futuro istituzionale dell'Italia". Non minore risalto attribuirono al Congresso il "New York Times" che ne pubblicò la mozione finale e il "Times" di Londra, che evidenziò la richiesta di abdicazione del re. Ottant'anni fa, con il congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale, Bari guadagnò un ruolo di primo piano nella Storia italiana per aver contribuito alla rinascita politica del Paese e alla rigenerazione dell'Italia libera, dopo il ventennio fascista.

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