ROMA - Ogni giorno continuiamo a discutere di cose che nulla hanno a che vedere con la realtà della situazione italiana ed europea: la candidatura di Elly Schlein, il ritiro del PD a Gubbio, la lottizzazione della destra sul Teatro di Roma (prima lottizzato dalla sinistra), il terzo mandato dei Governatori, le parole della Cortellesi su Biancaneve.
Non ci facciamo mancare nulla in termini di polemiche inutili. Per non parlare della ridicola pantomima del giurì d’onore sul MES tra due leader che hanno votato identicamente sul MES.
La realtà non esiste semplicemente più. Il Governo rivendica gli indici di borsa che salgono, l’opposizione di sinistra denuncia il disastro economico e sociale. A parti invertite direbbero le stesse esatte parole degli avversari.
Ciò che manca è un’analisi vera e obiettiva della situazione: la crescita italiana si va fermando insieme a quella europea. È colpa del ciclo economico e non del Governo. La responsabilità del Governo è quella di ignorare la questione, mettere nero su bianco stime di crescita irrealizzabili per far tornare i conti, aver cancellato impresa 4.0. Non esiste una politica industriale perché i Ministri non hanno mai lavorato in vita loro. Ma anche questo non è un problema solo del Governo. Su ILVA i disastri dei 5S e di Conte sono irreparabili. Per questo quando ci chiedono del “campo largo” rispondiamo che la politica non è un gioco di società. I 150 miliardi buttati su bonus edilizi; il non aver richiesto il MES sanitario (38 miliardi fondamentali per noi); la garanzia data a Elkann per pagarsi un dividendo in Olanda e vendere la FIAT a Peugeot, sono tutte scelte del Conte due, scelte che con una politica progressista non hanno nulla a che fare. E la responsabilità di questo scempio è condivisa da chi quel governo l’ha sostenuto.
Il Governo Meloni è oggettivamente inadeguato. I ministri, con poche eccezioni, non riescono ad esprimere una linea politica e ad implementarla. Se Meloni non avrà la forza di operare un profondo rimpasto di governo, perderà il controllo della situazione. Sanità, scuola, salario, energia, digitale, industria… Non c’è oggettivamente un segno di vita da parte dell’esecutivo. Intanto la situazione in Medio Oriente è completamente sfuggita di mano, in primo luogo ad Israele. Netanyahu deve andare a casa. La continuazione della guerra è diventata la sua ancora di salvezza e il suo rifiuto di riconoscere la necessità di avere uno stato palestinese priva l’azione militare di Israele di un obiettivo politico.
Il mondo è in tumulto ma in Italia, destra e sinistra, continuano a giocare il loro “fight club” che non produce nulla. Non ci rendiamo conto di essere l’anello fragilissimo di un Occidente fragile. Non possiamo andare avanti così. Continuo a girare l’Italia per presentare la nostra proposta di per un Patto rifondativo della Repubblica.
Non ci facciamo mancare nulla in termini di polemiche inutili. Per non parlare della ridicola pantomima del giurì d’onore sul MES tra due leader che hanno votato identicamente sul MES.
La realtà non esiste semplicemente più. Il Governo rivendica gli indici di borsa che salgono, l’opposizione di sinistra denuncia il disastro economico e sociale. A parti invertite direbbero le stesse esatte parole degli avversari.
Ciò che manca è un’analisi vera e obiettiva della situazione: la crescita italiana si va fermando insieme a quella europea. È colpa del ciclo economico e non del Governo. La responsabilità del Governo è quella di ignorare la questione, mettere nero su bianco stime di crescita irrealizzabili per far tornare i conti, aver cancellato impresa 4.0. Non esiste una politica industriale perché i Ministri non hanno mai lavorato in vita loro. Ma anche questo non è un problema solo del Governo. Su ILVA i disastri dei 5S e di Conte sono irreparabili. Per questo quando ci chiedono del “campo largo” rispondiamo che la politica non è un gioco di società. I 150 miliardi buttati su bonus edilizi; il non aver richiesto il MES sanitario (38 miliardi fondamentali per noi); la garanzia data a Elkann per pagarsi un dividendo in Olanda e vendere la FIAT a Peugeot, sono tutte scelte del Conte due, scelte che con una politica progressista non hanno nulla a che fare. E la responsabilità di questo scempio è condivisa da chi quel governo l’ha sostenuto.
Il Governo Meloni è oggettivamente inadeguato. I ministri, con poche eccezioni, non riescono ad esprimere una linea politica e ad implementarla. Se Meloni non avrà la forza di operare un profondo rimpasto di governo, perderà il controllo della situazione. Sanità, scuola, salario, energia, digitale, industria… Non c’è oggettivamente un segno di vita da parte dell’esecutivo. Intanto la situazione in Medio Oriente è completamente sfuggita di mano, in primo luogo ad Israele. Netanyahu deve andare a casa. La continuazione della guerra è diventata la sua ancora di salvezza e il suo rifiuto di riconoscere la necessità di avere uno stato palestinese priva l’azione militare di Israele di un obiettivo politico.
Il mondo è in tumulto ma in Italia, destra e sinistra, continuano a giocare il loro “fight club” che non produce nulla. Non ci rendiamo conto di essere l’anello fragilissimo di un Occidente fragile. Non possiamo andare avanti così. Continuo a girare l’Italia per presentare la nostra proposta di per un Patto rifondativo della Repubblica.