FRANCESCO GRECO - ROMA. I tic e le manie dell’uomo, la donna
e il mondo nel III Millennio. Prese di mira
con eleganza e leggerezza dal cabarettista
romano (Roma Sud tiene sempre a
precisare, per contrapporsi agli snob di
Roma Nord, Salario e dintorni, la nostra
zona!).
Sold out ogni sera (sino al 14 gennaio) al Teatro Olimpico di Roma. Oltre tre ore di narrazioni di quello che accade intorno a noi ma che non vogliamo vedere, forse per pigrizia mentale, perché magari legittimando le nostre schizofrenie dovremmo tentare di moderarle, quanto meno non compiacercene, che eliminarle non se ne parla manco per niente.
Lo spettacolo è forse prolisso, ma Battista, astutamente, lo interrompe con un imitatore di Renato Zero (l’originale a marzo tornerà con “Autoritratto”), la comicità di Dado e le cover del gruppo “Los Lobos”.
La parte più esilarante è quella in cui parla della coppia d’oggi e nello specifico del suo privato, condividendolo: Battista è si sposato ben tre volte e si dipinge come vittima delle donne. Vagheggiando in tal modo un sottinteso matriarcato.
Vetriolo anche su una società che ha smarrito se stessa, sempre sui social e che quasi disdegna, evita il contatto umano. E una città , Roma, dove le criticità si cronicizzano: nello specifico il traffico e i parcheggi scarsi. E sui ristoranti stellati che meno mangi e più il conto è salato.
Applausi per un comico “proletario”, che come si è fatto da solo, senza studi, né corsi o master, forgiandosi, come si dice spesso in questi casi, all’Università della vita, dalla strada trae infiniti spunti per la sua comicità genuina e intrigante.
Sold out ogni sera (sino al 14 gennaio) al Teatro Olimpico di Roma. Oltre tre ore di narrazioni di quello che accade intorno a noi ma che non vogliamo vedere, forse per pigrizia mentale, perché magari legittimando le nostre schizofrenie dovremmo tentare di moderarle, quanto meno non compiacercene, che eliminarle non se ne parla manco per niente.
Lo spettacolo è forse prolisso, ma Battista, astutamente, lo interrompe con un imitatore di Renato Zero (l’originale a marzo tornerà con “Autoritratto”), la comicità di Dado e le cover del gruppo “Los Lobos”.
La parte più esilarante è quella in cui parla della coppia d’oggi e nello specifico del suo privato, condividendolo: Battista è si sposato ben tre volte e si dipinge come vittima delle donne. Vagheggiando in tal modo un sottinteso matriarcato.
Vetriolo anche su una società che ha smarrito se stessa, sempre sui social e che quasi disdegna, evita il contatto umano. E una città , Roma, dove le criticità si cronicizzano: nello specifico il traffico e i parcheggi scarsi. E sui ristoranti stellati che meno mangi e più il conto è salato.
Applausi per un comico “proletario”, che come si è fatto da solo, senza studi, né corsi o master, forgiandosi, come si dice spesso in questi casi, all’Università della vita, dalla strada trae infiniti spunti per la sua comicità genuina e intrigante.
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Cultura e Spettacoli