MILANO - Nelle ultime ore, la celebre imprenditrice e influencer Chiara Ferragni è finita sotto i riflettori della Procura di Milano, essendo stata iscritta nel registro degli indagati con l'ipotesi di truffa aggravata. La situazione coinvolge non solo la vicenda del pandoro Pink Christmas della Balocco, ma anche le uova di Pasqua della Dolci Preziosi e la vendita della bambola Trudi.
Ferragni, in qualità di Amministratore Delegato di TBS Crew Srl e di Fenice Srl, ha risposto alle accuse ribadendo la sua disponibilità a chiarire l'accaduto, confermando la fiducia nelle autorità competenti. La notizia emerge dall'atto della Procura milanese, che giovedì scorso ha sollevato il conflitto tra uffici del pm sulla competenza ad indagare per il caso del pandoro Pink Christmas della casa dolciaria Balocco.
La questione della competenza ruota attorno al luogo in cui si sono realizzati il presunto ingiusto profitto e il danno. Nel caso Balocco, il danno è diffuso in tutta Italia, complicando la determinazione dell'ufficio del pm competente. Inoltre, il nodo residuale riguarda quale delle due Procure ha iscritto per prima gli indagati, Chiara Ferragni e Alessandra Balocco. La Balocco ha sede in provincia di Cuneo, mentre le società di Ferragni operano a Milano.
Attualmente, l'imprenditrice risponde di tre episodi con i legali rappresentanti delle società coinvolte. Non è ancora giunto ai pm milanesi l'esposto annunciato da Codacons, relativo alla campagna del 2020 per raccogliere fondi contro il Covid attraverso una "capsule collection" con Oreo.
Per quanto riguarda le uova di Pasqua Dolci Preziosi, si ipotizza che la sponsorizzazione abbia seguito lo stesso schema del pandoro, con Ferragni che avrebbe ricevuto compensi significativi in cambio di una donazione apparente. Cerealitalia, proprietaria del marchio, aveva dichiarato che la documentazione utile è stata fornita all'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Infine, nel mirino c'è anche la vendita della bambola Trudi, una limited edition creata dopo il matrimonio di Ferragni con Fedez. Ferragni aveva dichiarato che tutti i profitti andrebbero a Stomp out bullying, un'organizzazione no profit per combattere il cyberbullismo, ma la situazione attuale solleva domande sulla trasparenza dell'operazione. La vicenda sarà al vaglio delle autorità competenti, mentre Ferragni mantiene la sua posizione di disponibilità a collaborare nell'interesse della chiarezza.
Ferragni, in qualità di Amministratore Delegato di TBS Crew Srl e di Fenice Srl, ha risposto alle accuse ribadendo la sua disponibilità a chiarire l'accaduto, confermando la fiducia nelle autorità competenti. La notizia emerge dall'atto della Procura milanese, che giovedì scorso ha sollevato il conflitto tra uffici del pm sulla competenza ad indagare per il caso del pandoro Pink Christmas della casa dolciaria Balocco.
La questione della competenza ruota attorno al luogo in cui si sono realizzati il presunto ingiusto profitto e il danno. Nel caso Balocco, il danno è diffuso in tutta Italia, complicando la determinazione dell'ufficio del pm competente. Inoltre, il nodo residuale riguarda quale delle due Procure ha iscritto per prima gli indagati, Chiara Ferragni e Alessandra Balocco. La Balocco ha sede in provincia di Cuneo, mentre le società di Ferragni operano a Milano.
Attualmente, l'imprenditrice risponde di tre episodi con i legali rappresentanti delle società coinvolte. Non è ancora giunto ai pm milanesi l'esposto annunciato da Codacons, relativo alla campagna del 2020 per raccogliere fondi contro il Covid attraverso una "capsule collection" con Oreo.
Per quanto riguarda le uova di Pasqua Dolci Preziosi, si ipotizza che la sponsorizzazione abbia seguito lo stesso schema del pandoro, con Ferragni che avrebbe ricevuto compensi significativi in cambio di una donazione apparente. Cerealitalia, proprietaria del marchio, aveva dichiarato che la documentazione utile è stata fornita all'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Infine, nel mirino c'è anche la vendita della bambola Trudi, una limited edition creata dopo il matrimonio di Ferragni con Fedez. Ferragni aveva dichiarato che tutti i profitti andrebbero a Stomp out bullying, un'organizzazione no profit per combattere il cyberbullismo, ma la situazione attuale solleva domande sulla trasparenza dell'operazione. La vicenda sarà al vaglio delle autorità competenti, mentre Ferragni mantiene la sua posizione di disponibilità a collaborare nell'interesse della chiarezza.