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ROMA - Il caldo anomalo di inizio inverno sconvolge la natura e rischia addirittura di far ripartire le fioriture fuori stagione con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’evidenziare gli effetti di una primavera anticipata provocata dall’anticiclone nordafricano con temperature fino a 20 gradi.
Senza dimenticare – sottolinea la Coldiretti – che se non arriva il freddo le popolazioni di insetti che causano danni alle colture potrebbero sopravvivere troppo numerose e svernare per attaccare successivamente i raccolti nella prossima estate.
A preoccupare – continua la Coldiretti – è anche il rischio siccità per la scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica e una situazione di stress idrico che cresce ma mano che si scende verso Sud con apice nelle isole, che non è certo normale nel mese di gennaio. Gli invasi della Sicilia al 1 gennaio erano inferiori di ben 63 milioni di metri cubi (-13%) rispetto ad un anno prima secondo le analisi Coldiretti sui dati del Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia.
L’inizio del 2024 sembra dunque confermare la tendenza al surriscaldamento anche in Italia dove lo scorso anno è stato il più bollente mai registrato facendo registrare lungo la Penisola una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che rilevano le temperature dal 1800. La classifica degli anni più roventi da oltre due secoli si concentra infatti nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine dopo il 2023, il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020, secondo le elaborazioni Coldiretti.
Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal freddo al caldo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato i 6 miliardi di euro lo scorso anno.