FRANCESCO GRECO. TAVIANO – Gennaio 2024: Sono sempre più i consumatori e i piccoli imprenditori che si ritrovano sommersi da sms, chiamate, diffide e, spesso, da esattori del credito fuori dalla porta di casa.
Il caro vita e l’inflazione hanno fatto la loro parte nel Belpaese in cui cresce sempre di più il divario sociale ed economico. E anche i rapporti con istituti di credito quali banche e finanziarie spesso necessitano di essere rimodulati. Ma come fare?
Affrontiamo la complessa tematica con l’avv. Valentina Corsano (laureata all’Università del Salento e specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali di Lecce “Vittorio Aymone”), nota e brava civilista, con studi professionali in Salento (a Taviano e Racale, Lecce).
Cosa è e in cosa consiste la procedura di saldo e stralcio?
“E’ una procedura stragiudiziale che consente, per mezzo di un accordo con il proprio creditore, di stralciare il proprio debito. Negli ultimi anni è aumentata sempre più la prassi diffusa tra istituti di credito, banche e/o finanziarie di rivolgersi a delle società di recupero credito per i propri insoluti. Tuttavia, può anche accedere che le medesime società di recupero credito abbiano acquistato il credito da istituti di credito, banche e/o finanziarie e, dunque, per il debitore vi è anche un cambio del proprio creditore. E’ essenziale per poter avviare e concludere correttamente una procedura di saldo e stralcio, falcidiando, così, il proprio debito, non ignorare le richieste di contatto da parte delle società di recupero del credito e rivolgersi a un professionista che si occuperà di trattare con le società medesime e formulare la più opportuna proposta di saldo e stralcio. Una volta accettata la proposta, la società di recupero credito per sé, se ha acquistato il credito, oppure, per conto dell’istituto di credito, banca e/o finanziaria originaria, trasmetterà al professionista incaricato la cosiddetta lettera di accettazione, la quale verrà firmata dal debitore e nel rispetto del termine indicato in essa e, precedentemente, segnalato dal professionista, dovrà avvenire il versamento della somma che il debitore offre a saldo e stralcio all’ente creditore. Il tutto verrà trasmesso dal professionista e in seguito si riceverà quietanza liberatoria”.
Come ottimizzare tutti i passaggi?
“A mio avviso, per poter sfruttare al meglio tale procedura stragiudiziale, è necessario che il debitore segua alla lettera le indicazioni fornite dal professionista da lui scelto e che non commetta errori banali che potrebbero pregiudicare il buon esito della proposta a saldo e stralcio come a esempio: concordare un piano di rientro (il quale spesso è a mezzo cambiali) con l’addetto al recupero credito sol perché intimoriti da quest’ultimo”.
L’obiettivo che di solito vuole conseguire chi bussa ai suoi studi legali per liberarsi dai debiti con la procedura di saldo e stralcio è quello di poter tornare a riprendere in mano la propria vita e la propria attività?
“Senza dubbio. L’obiettivo primario è quello di ripulirsi da uno o più debiti, offrendo una somma minima rispetto al dovuto, per tornare a vivere e occuparsi del proprio nucleo familiare e delle sue esigenze con molta più serenità. E’ ovvio che per intraprendere questo percorso, bisogna non voler continuare a vivere come debitori perseguitati perennemente e bisogna anche essere in grado di seguire il professionista, il quale, quando necessario, potrà strutturare insieme al cliente anche un piano di accumulo della liquidità necessaria per stralciare il debito. Il saldo e stralcio per liberarsi dai debiti resta la soluzione ottimale, qualora vi siano le condizioni, invece, sottoscrivere un piano di rientro o rifinanziare l’intero debito si rivela spesso essere insostenibile nel lungo periodo per il consumatore, il quale auto-danneggia le proprie finanze ulteriormente”.
L’inflazione, con l’aumento dei prezzi a cui stiamo assistendo, anche per i generi primari quanto ha contribuito ad aumentare il debito familiare?
“Notevolmente. Questo nel rapporto creditore- debitore ha incrementato il ricorso al credito rotativo e l’utilizzo delle cosiddette carte revolving. Questa tipologia di ricorso al credito è facilmente accessibile al consumatore e viene proposta con facilità e superficialità da banche e finanziarie, poiché è consentito applicare degli interessi molto alti. Il dramma è che nel 90% dei casi il consumatore non conosce neanche come funziona il credito rotativo e questo lo conduce a una mala gestio del proprio, già ridotto, potere d’acquisto”.
Calato il reddito delle famiglie e stante l’impossibilità di accantonare o reperire anche una minima somma di denaro da offrire a saldo e stralcio, in extrema ratio, può il consumatore salvarsi da un pignoramento, a esempio del proprio stipendio?
“Sì, qualora la situazione debitoria sia così drastica e l’istituto di credito abbia già iniziato la procedura esecutiva, il consumatore può accedere alla procedura del Piano del consumatore, per così come disciplinato dalla Legge 27 gennaio 2012 n. 3 e modificata dal D.L. 18 ottobre 2012 n. 179. Il Piano del consumatore è una procedura che è riservata alla persona fisica che agisce, acquistando per sé o per altri, beni o servizi, per scopi estranei all’attività lavorativa. Tale Piano necessita dell’omologazione da parte dell’autorità giudiziaria competente, la quale è chiamata a verificare se sussiste tutto ciò che la legge prescrive nel singolo caso concreto. Se il piano viene omologato diventa obbligatorio per tutti i creditori ed essi non possono procedere esecutivamente”.