Delitto di via Poma, Cc: killer è Mario Vanacore

ROMA - Nel rinnovato interesse sul delitto di via Poma, i Carabinieri indicano Mario Vanacore come il presunto assassino di Simonetta Cesaroni nel 1990. Tuttavia, la Procura di Roma, pur ricevendo una dettagliata informativa, rimane scettica, definendo le affermazioni come "ipotesi e suggestioni" che sollevano forti perplessità sulla loro fondatezza.

Mario Vanacore, figlio del portiere del condominio, respinge le accuse in un'intervista, affermando di aver visto Simonetta Cesaroni solo dopo la sua morte. I Carabinieri, nella loro ricostruzione, suggeriscono che Vanacore avrebbe tentato di violentare la giovane, ma lei avrebbe reagito ferendolo. Successivamente, Vanacore avrebbe colpito brutalmente Cesaroni, causandone la morte.

Il principale sospetto, Vanacore, morì suicida 20 anni dopo l'omicidio. Le responsabilità dietro il delitto sono accusate di essere celate dai genitori di Vanacore, Pietrino e Giuseppa De Luca, che avrebbero ingannato gli investigatori, cercando di coinvolgere il datore di lavoro di Cesaroni, Salvatore Volponi. Una commissione parlamentare antimafia della scorsa legislatura avvalorerebbe queste affermazioni, sostenendo che il portiere aveva "scoperto il cadavere" prima dell'ufficiale ritrovamento, suggerendo un tentativo di occultare il crimine o di spostare il corpo.

Nonostante le affermazioni dei Carabinieri, la Procura mantiene la cautela, evidenziando incertezze sulla solidità dell'accusa. Il caso rimane un mistero irrisolto, con ipotesi contrastanti e dettagli torbidi che contribuiscono alla complessità di questo tragico evento.

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