ROMA - “Mentre noi discutiamo, le aziende dell’appalto e i lavoratori stanno vivendo un dramma inimmaginabile e insopportabile. La situazione negli stabilimenti è grave. In particolare, a Taranto il disegno di chiudere gli impianti si sta portando a compimento: l’unico altoforno in marcia ridotta è il numero 4, mentre l’altoforno 1 è fermo da agosto nonostante doveva fermarsi solo per un mese e il 2 è stato fermato ieri; proprio in queste ore stanno montando ponteggi per mettere i dischi ciechi alle batterie settima e ottava. Il cronoprogramma di spegnimento annunciato nel 2019 questa volta si sta compiendo senza alcuna comunicazione ufficiale, sotto gli occhi dei lavoratori e nel silenzio assordante. La spiegazione questa volta non è legata a nessuno scudo penale, quell’alibi non c’è più, ma alle aziende dell’appalto che manifestano. Una minaccia inaccettabile. Non possiamo permettere tutto questo, se spengono anche l’ultimo forno in marcia dobbiamo dire addio alla siderurgia in Italia e all’ex Ilva una volta per tutte. Ma noi non ci rassegniamo e chiediamo ai commissari di Ilva in AS, proprietaria degli impianti, di intervenire tempestivamente per bloccare questo scempio”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Nonostante la gravità del momento – aggiunge il leader Uilm – le aziende di appalto stanno garantendo la sicurezza degli impianti senza essere pagate. Nel 2015 hanno già perso complessivamente 150 milioni di euro, non possono perderne altri 180 per colpa di una gestione fallimentare e scellerata. Il sistema, che è fatto di manutenzioni, servizi, forniture e trasporti è il cuore che supporta l’attività produttiva e coinvolge circa 5.500 lavoratori. Tutti vanno difesi e salvaguardati”.
“Abbiamo la necessità di utilizzare immediatamente i 320 milioni di euro per garantire la sopravvivenza di tutte le aziende dell’appalto, sia quelle piccole che quelle più grandi, che più degli altri stanno sopportando il peso di questa situazione. Chiediamo anche di fare un incontro congiunto subito, prima che parta l’eventuale amministrazione straordinaria, per mettere in sicurezza lavoratori e imprese discutendo nel merito delle soluzioni tecniche. Dobbiamo impegnarci tutti con responsabilità per superare l’emergenza e salvare l’ex Ilva salvaguardando ambiente, lavoro e produzione”, conclude.
“Nonostante la gravità del momento – aggiunge il leader Uilm – le aziende di appalto stanno garantendo la sicurezza degli impianti senza essere pagate. Nel 2015 hanno già perso complessivamente 150 milioni di euro, non possono perderne altri 180 per colpa di una gestione fallimentare e scellerata. Il sistema, che è fatto di manutenzioni, servizi, forniture e trasporti è il cuore che supporta l’attività produttiva e coinvolge circa 5.500 lavoratori. Tutti vanno difesi e salvaguardati”.
“Abbiamo la necessità di utilizzare immediatamente i 320 milioni di euro per garantire la sopravvivenza di tutte le aziende dell’appalto, sia quelle piccole che quelle più grandi, che più degli altri stanno sopportando il peso di questa situazione. Chiediamo anche di fare un incontro congiunto subito, prima che parta l’eventuale amministrazione straordinaria, per mettere in sicurezza lavoratori e imprese discutendo nel merito delle soluzioni tecniche. Dobbiamo impegnarci tutti con responsabilità per superare l’emergenza e salvare l’ex Ilva salvaguardando ambiente, lavoro e produzione”, conclude.