BARI – Un arcobaleno di colori sopra il grigio. Così i muri esterni del Centro “Colli Grisoni”, da spenti e grigi che erano, si sono “riaccesi” grazie alla creatività di venti ragazzi e ragazze, utenti e non, tutti di età compresa fra i 12 e i 17 anni.
E’ il risultato del progetto “Extramurale-s – Per uscire dalle proprie mura mentali e strutturali”, culminato nell’evento conclusivo di oggi pomeriggio, al quale hanno preso parte gli autori dei murales e le famiglie assieme al direttore generale ASL Bari, Antonio Sanguedolce, al responsabile del Centro Autismo, Cesare Porcelli, e agli operatori della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza-Centro Autismo, con l’intervento del Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, Antonio Gianpietro, del delegato del Sindaco metropolitano per le disabilità, Vito Spadavecchia, e del presidente della commissione Welfare del Comune di Bari, Domenico Scaramuzzi.
Il progetto ha riguardato ragazzi e ragazze con disturbi del neurosviluppo, coinvolti assieme ad amici e familiari scelti dagli stessi minori, con l’obiettivo di integrare gli aspetti più propriamente medici e quelli relazionali della cura: rendere il luogo di cura più accogliente, colorato e improntato alla “ricerca del bello”. Nello stesso tempo conferendo un tocco finale, decisamente variopinto, alle aree esterne e al giardino del Centro “Colli Grisoni”, struttura riabilitativa di mille metri quadri riqualificata e inaugurata dalla ASL Bari pochi mesi fa.
«L’iniziativa - commenta il direttore generale Antonio Sanguedolce – ha lasciato un segno visibile non solo sui muri, ma soprattutto nella vita dei nostri giovani “artisti”, grazie alla scoperta dei talenti che questi adolescenti portano dentro di sé e che hanno solo bisogno di essere “liberati”».
«I ragazzi – spiega il dott. Porcelli - sono stati presi per mano e accompagnati all’interno di un progetto in cui hanno avuto modo di svolgere le attività insieme ad amici e/o compagni di scuola. Obiettivo principale dell'intervento è stato quello di creare uno spazio di inclusione finalizzato all’esecuzione di attività ludico-ricreative, recuperando allo stesso tempo il decoro dei muri esterni, la capacità di interpretare, attraverso il disegno, la visione del mondo che ci circonda e la condivisione di momenti di socialità così importanti nel percorso riabilitativo-terapeutico».
L’intero progetto, reso possibile dall’intervento di un’azienda privata che ha fornito gratuitamente materiali e colori, è stato pensato e strutturato dagli educatori professionali della NPIA, e con il contributo di Marco Di Domizio, pittore decoratore che, insieme agli operatori sanitari, hanno gestito le diverse fasi della realizzazione dei murales: dalla scelta del tema da sviluppare, alla progettazione dei disegni su carta sino alla trasposizione sui muri.