'The Holdovers' di Alexander Payne: la recensione
Il due volte premio Oscar Alexander Payne a distanza di 8 anni dal suo ultimo film, ci regala una strepitosa commedia.Una storia di formazione a metà strada tra Breakfast club e Il giovane Holden, ambientato negli anni 70.Il film è semplice, intenso ma mai melenso, nonostante alcuni temi trattati tra cui il lutto di un figlio morto in guerra.I tre protagonisti sono a dir poco fenomali, con un Giamatti in stato di grazia e il meraviglioso Dominic Sessa qui al suo primo ruolo in assoluto e la straordinaria Da'Vine Joy Randolph che avevo conosciuto in veste leggera in “Only murders in the building”.Il film racconta le diversità, i contrasti ma anche gli aspetti che accomunano tre persone apparentemente diverse tra di loro (Per ceto sociale ed età) e che impareranno molto l’uno dall’altra.
Anche una critica sociale agli Stati Uniti dell’epoca, con anche diversi aspetti politici.Sembra un’opera anni 70, un film molto bello fuori dal tempo quasi non girato in questi anni.Credo sia un film che toccherà cuore, testa e anima e potrebbe diventare un cult Natalizio (Visto il periodo d’ambientazione), uno di quei film che secondo me si lasciano rivedere più volte.
VOTO: ️ ️ ️ ⭐⭐⭐⭐