VITTORIO POLITO - La colf (o assistente familiare) è la persona che si occupa dei lavori domestici, dalla pulizia della casa, alla lavanderia, fino alla preparazione dei pasti, supporta la famiglia e si occupa di gestire la casa, curando l’ordine e la pulizia, mentre non rientra nelle sue mansioni la cura e l’assistenza alla persona. Queste ultime mansioni, invece, sono affidate alla figura della badante (o del badante), che si occupa di assistere una persona anziana o malata, più o meno autosufficiente.
Solitamente le badanti sono donne che hanno lasciato il loro paese venendo a lavorare nel nostro territorio. Sono mamme, mogli, a volte anche nonne, che separate delle loro famiglie si occupano di altre famiglie. La loro lontananza non è priva di sofferenza; non si tratta solo di nostalgia, ma l’assenza delle loro famiglie comporta squilibri pesanti: pensiamo come può crescere un figlio che non è seguito dalla mamma.
Un amico, rimasto vedovo due anni fa, ha conservato la badante, giorgiana, madre di due figlie che assisteva la moglie, considerandola come persona di famiglia, con la sua presenza h24 dà sollievo alla sua vita, la vuole bene come una figlia, che essa contraccambia. Le badanti sono considerate ‘punti-luce’ nelle famiglie.
È il caso di evidenziare che non è facile assistere un anziano, soprattutto se malato o con deficienze cognitive. Gestire un anziano richiede un notevole impegno, spesso senza alcuna soddisfazione. Le badanti che si fanno carico con coscienza di questo lavoro, assolvono a compiti delicati che molti di noi non possono o non vogliono assumersi.
Chi protegge le badanti e le colf? Santa Zita di Lucca (1218-1278), umile domestica (così si chiamavano le collaboratrici familiari), che per l’intera vita rimase fedele al proprio lavoro e all’impegno di carità . Zita, infatti, metteva ogni giorno da parte il cibo avanzato per darlo a chi aveva fame. Temendo d’essere redarguita, la donna diceva che portava in grembo solo fiori e fronde. La leggenda vuole che quando il camice si aprì e uscirono ramoscelli e boccioli.
Ancora oggi in aprile si tiene a Lucca una fiera floreale a ricordo del miracolo dei pani trasformati in fiori. La fama di bontà si diffuse rapidamente e già in vita, Zita, era considerata una santa. Quando si spense accorse tanta folla che si dovette portar via di nascosto la salma, posta in una cappella della basilica di San Frediano, dov’è ancora visibile in una teca di vetro. A 12 anni dovette andare come domestica presso la nobile casa dei Fatinelli, a Lucca. Attenta e puntigliosa nell’attività lavorativa, sopportava angherie e rimproveri dei padroni, che la trattavano come una «serva». Inoltre, spesso doveva coprire con il suo impegno le manchevolezze degli altri domestici. Morì il 27 aprile 1278. La sua fama si diffuse in breve tempo, tanto che i cittadini di Lucca chiesero che venisse sepolta nella Basilica di San Frediano dov'è tuttora custodita. Il suo culto fu approvato nel 1696 da Papa Innocenzo XII. Venne proclamata patrona delle domestiche da Pio XII.
Preghiera a Santa Zita
O modello di pazienza e di mansuetudine, gloriosa mia patrona Santa Zita, che adempiendo con fedeltà i vostri doveri di stato, giungeste ad una grande santità , volgete ve ne prego uno sguardo d’amore sopra di me vostro devoto.
Impetratemi la grazia di potervi imitare nella pratica della virtù, rendetemi pronto nell’obbedire, amante del lavoro, contento della mia condizione, costante nei buoni propositi, mansueto nelle contraddizioni, sottomesso ai miei superiori. Ispiratemi un amore fervente a Gesù ed a Maria, il disprezzo delle vanità del mondo, il coraggio e la prudenza per fuggire i pericoli, e fate che ricco di meriti venga un giorno a lodare Iddio con voi in Paradiso. Amen.