BARI - “La netta presa di distanza della Corte dei conti, e l’annuncio che la questione sarà esaminata in via d’urgenza nella prossima adunanza del Consiglio di presidenza per le valutazioni di competenza, testimonia che le livorose esternazioni del consigliere Degni investono pesantemente l’onore e il decoro di un organo di rilevanza costituzionale". Lo dichiara il deputato della Lega, Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia.
"Poco importa - prosegue Bellomo - se il magistrato contabile ha assunto l’incarico, di nomina politica, per volontà di un allora premier del Partito Democratico, o se oggi dà lezioni di opposizione direttamente alla Schlein, rammaricandosi per il mancato ostruzionismo e la conseguente approvazione della legge di bilancio varata dal governo Meloni. Quando si fa parte di un organismo chiamato a giudicare con imparzialità in una materia tanto delicata, si ha l’obbligo di astenersi da comportamenti o da deliranti frasi sui social che gettano, per forza di cose, pesanti ombre su qualsiasi decisione futura. Se il consigliere Degni si rammarica, con testuali parole, per l’occasione persa di far “sbavare di rabbia” il governo sulla cosiddetta manovra blindata, si potrà mai pensare che giudichi con obiettività l’operato contabile di un qualsiasi amministratore di centrodestra? La domanda, ovviamente, è retorica. Con l’auspicio - conclude - che il magistrato scelto dalla sinistra, che ha confuso la Corte dei conti con la sua personale resa dei conti politica, paghi presto per un comportamento che smentisce il suo stesso cognome”.
"Poco importa - prosegue Bellomo - se il magistrato contabile ha assunto l’incarico, di nomina politica, per volontà di un allora premier del Partito Democratico, o se oggi dà lezioni di opposizione direttamente alla Schlein, rammaricandosi per il mancato ostruzionismo e la conseguente approvazione della legge di bilancio varata dal governo Meloni. Quando si fa parte di un organismo chiamato a giudicare con imparzialità in una materia tanto delicata, si ha l’obbligo di astenersi da comportamenti o da deliranti frasi sui social che gettano, per forza di cose, pesanti ombre su qualsiasi decisione futura. Se il consigliere Degni si rammarica, con testuali parole, per l’occasione persa di far “sbavare di rabbia” il governo sulla cosiddetta manovra blindata, si potrà mai pensare che giudichi con obiettività l’operato contabile di un qualsiasi amministratore di centrodestra? La domanda, ovviamente, è retorica. Con l’auspicio - conclude - che il magistrato scelto dalla sinistra, che ha confuso la Corte dei conti con la sua personale resa dei conti politica, paghi presto per un comportamento che smentisce il suo stesso cognome”.
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