COLOGNO MONZESE - «È successo la domenica prima di Natale, io vado in un negozio dei cinesi, alla cassa i miei amici mi hanno detto “guarda chi c'è”. Mi sono girato, ho subito cambiato colore e mi sono innervosito. c’era il papà e lui che camminava con una stampella. Ricordiamo che è uscito dal carcere perché in carcere non poteva camminare». Sono le parole di Fabrizio e Tiziana, genitori di Erika Preti, che oggi, ai microfoni di Pomeriggio Cinque – il programma condotto da Myrta Merlino su Canale 5 – commentano l’incontro fatto con Dimitri Fricano, l’assassino della loro figlia. L’uomo era stato condannato a trent’anni di carcere per aver ucciso l’allora fidanzata ma a novembre il Tribunale di sorveglianza di Torino ha deciso che il trentacinquenne proseguirà la detenzione ai domiciliari per motivi di salute, nella casa dove vivono i suoi genitori, poco distante da quella che era l’abitazione di Erika.
Fabrizio continua il racconto: «È entrato e io sono andato fuori. Ho telefonato a Tiziana che non riuscivo più parlare, loro sono usciti subito e l’ho visto salire da solo in macchina, camminava e tutto. Dicevano che ha bisogno di camminare su una sedia a rotelle, un'altra volta l'ho visto nella via centrale di Biella, via Italia, in carrozzella e il suo papà lo spingeva. Io devo ringraziare i miei amici perché non so come potrebbe finire. Io ho 60 anni, sono bravo, però non so quanto riesco ancora a fare bravo.».
Tiziana, la madre di Erika, dice: «è a rischio vita però gira per Biella, e gira per i negozi, va nei supermercati, va nei negozi dei cinesi, sale e scende dalla macchina, esce ed entra da casa da solo, cioè, non è su una sedia a rotelle. Questa persona è incompatibile con la vita del carcere e basta. Per il resto riesce a fare tutto. Questa cosa mi sta facendo andare fuori di testa, veramente, perché se io voglio andare a Biella dalle 3:00 alle 6:00 del pomeriggio sono in ansia, non posso andare da sola, non ce la faccio. Hanno messo noi ai domiciliari e non è giusta questa cosa perché abbiamo accettato che sia andato a casa perché stava male, ma non sta male, queste feste le abbiamo passate a Maalox perché ho lo stomaco a pezzi. Non posso pensare che lui tutti i giorni, tre ore al giorno, vada a passeggio. Io non ho tre ore al giorno per andare a passeggio, non me lo posso permettere, è una cosa assurda, è una cosa che non mi dà pace.». «Lui ha fatto Natale e Capodanno con i suoi genitori, lui sale e scende dalla macchina, come fa a salire in una macchina normale una persona, come dice lui, a rischio vita, che non riesce a fare niente, che non si alzava per lavarsi in carcere?».
Poi aggiunge: «Quando una mattina l'ho incrociato a Biella lui sembrava mi venisse incontro per salutarmi. Io l'ho aggredito verbalmente, Io ammetto, quando l'ho visto mi ha mandato il sangue alla testa, ho cominciato a dirgli a chiedergli di spiegarmi la differenza tra due e 57 coltellate. Se secondo lui non ci fosse differenza perché con due coltellate una persona si può salvare, si può difendere, con 57 coltellate una persona fa la fine che ha fatto Erica. Quando io l'ho aggredito così lui è partito, è andato dai Carabinieri a dire che io l'ho aggredito. Cioè lui va dai Carabinieri per difendersi da me. Si può? Siamo arrivati al punto che io non posso neanche più parlare, non posso dire quello che penso di queste persone? Se io ho Fabrizio ci troviamo a Biella da soli e troviamo loro due? Ci rendiamo conto che questa persona in cinque minuti ha ucciso nostra figlia ed è libero di andare in giro solo accompagnato dal padre? Non sono domiciliari, è un assassino libero».
Fabrizio continua il racconto: «È entrato e io sono andato fuori. Ho telefonato a Tiziana che non riuscivo più parlare, loro sono usciti subito e l’ho visto salire da solo in macchina, camminava e tutto. Dicevano che ha bisogno di camminare su una sedia a rotelle, un'altra volta l'ho visto nella via centrale di Biella, via Italia, in carrozzella e il suo papà lo spingeva. Io devo ringraziare i miei amici perché non so come potrebbe finire. Io ho 60 anni, sono bravo, però non so quanto riesco ancora a fare bravo.».
Tiziana, la madre di Erika, dice: «è a rischio vita però gira per Biella, e gira per i negozi, va nei supermercati, va nei negozi dei cinesi, sale e scende dalla macchina, esce ed entra da casa da solo, cioè, non è su una sedia a rotelle. Questa persona è incompatibile con la vita del carcere e basta. Per il resto riesce a fare tutto. Questa cosa mi sta facendo andare fuori di testa, veramente, perché se io voglio andare a Biella dalle 3:00 alle 6:00 del pomeriggio sono in ansia, non posso andare da sola, non ce la faccio. Hanno messo noi ai domiciliari e non è giusta questa cosa perché abbiamo accettato che sia andato a casa perché stava male, ma non sta male, queste feste le abbiamo passate a Maalox perché ho lo stomaco a pezzi. Non posso pensare che lui tutti i giorni, tre ore al giorno, vada a passeggio. Io non ho tre ore al giorno per andare a passeggio, non me lo posso permettere, è una cosa assurda, è una cosa che non mi dà pace.». «Lui ha fatto Natale e Capodanno con i suoi genitori, lui sale e scende dalla macchina, come fa a salire in una macchina normale una persona, come dice lui, a rischio vita, che non riesce a fare niente, che non si alzava per lavarsi in carcere?».
Poi aggiunge: «Quando una mattina l'ho incrociato a Biella lui sembrava mi venisse incontro per salutarmi. Io l'ho aggredito verbalmente, Io ammetto, quando l'ho visto mi ha mandato il sangue alla testa, ho cominciato a dirgli a chiedergli di spiegarmi la differenza tra due e 57 coltellate. Se secondo lui non ci fosse differenza perché con due coltellate una persona si può salvare, si può difendere, con 57 coltellate una persona fa la fine che ha fatto Erica. Quando io l'ho aggredito così lui è partito, è andato dai Carabinieri a dire che io l'ho aggredito. Cioè lui va dai Carabinieri per difendersi da me. Si può? Siamo arrivati al punto che io non posso neanche più parlare, non posso dire quello che penso di queste persone? Se io ho Fabrizio ci troviamo a Biella da soli e troviamo loro due? Ci rendiamo conto che questa persona in cinque minuti ha ucciso nostra figlia ed è libero di andare in giro solo accompagnato dal padre? Non sono domiciliari, è un assassino libero».