Sanità, la grande fuga dei pugliesi al nord
BARI - “Il sistema sanitario pugliese è sull’orlo del baratro”: è l’analisi della segretaria generale della Uil Pensionati Puglia, Tiziana Carella, nel commentare i dati diffusi dall’ultimo Osservatorio Gimbe, sulla Mobilità sanitaria interregionale riferita al 2021.
“Non è purtroppo una novità – spiega la segretaria – perché tantissimi cittadini pugliesi sono costretti ad andare fuori dalla nostra regione per cercare cure ed assistenza tempestive, che in Puglia non troverebbero”.
I numeri parlano chiaro: nel 2021 a fronte di 150.225,333 milioni di euro incassati per le prestazioni in favore di cittadini provenienti da fuori regione, la Puglia ne ha spesi 281.641.197 per i cittadini pugliesi che si sono fatti curare in altre regioni, quasi tutte del Nord (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna in particolare), con un saldo negativo per la Puglia di 131,4 milioni di euro, seguita solo da Lazio, Sicilia, Campania e Calabria.
“E’ un saldo negativo che si aggiunge ai conti in rosso della sanità pugliese – continua Carella – ovvero risorse che si sarebbero potute investire, per risanare l’incresciosa situazione delle liste d’attesa, avviare un piano straordinario di assunzioni di medici ed infermieri, potenziare gli ospedali, la medicina del territorio e l’assistenza domiciliare. Ed invece, la Regione Puglia, con la sua inerzia, preferisce ‘arricchire’ le casse delle Regioni del Nord, creando un doppio danno ai cittadini pugliesi ed in particolare i più fragili come gli anziani e le persone non autosufficienti, che devono sostenere anche le spese di soggiorno dei familiari che si spostano per il lavoro di cura e di assistenza”.
La Uil Pensionati lo denuncia da tempo: i cittadini pugliesi, e gli anziani in particolare, hanno perso totalmente fiducia del sistema sanitario regionale, e quindi quei pochi che ancora possono permetterselo, si rivolgono alla sanità privata, tanto che sempre il Rapporto Gimbe, evidenzia come in Puglia il 73,1% delle prestazioni sono affidate alle strutture private, depauperando e svuotando il sistema sanitario pubblico sempre meno universalistico ed egualitario. “il diritto alla salute sancisce l’art.32 della nostra carta costituzionale, è un diritto universale senza distinzioni di sorta, ed invece forti sono le disuguaglianze di accesso alle cure, alla sanità ai servizi sociali”.
In questo modo, il futuro resta un grande punto interrogativo: “Non possiamo immaginare cosa accadrà se questo infausto progetto dell’Autonomia Differenziata, andrà in porto – afferma la Segretaria Uilp – . Un’Italia a due velocità, spaccata tra un Nord sempre più ricco, efficiente ed opulento ed un Sud sempre più ‘profondo Sud’, dove anche il diritto alla salute verrà negato. I pensionati e le pensionate pugliesi meritano rispetto, ed è per questo che abbiamo già chiesto un urgente incontro con il presidente della Regione e con l’assessore alla Sanità, per un confronto serio e costruttivo, per il bene e la tutela dei cittadini pugliesi”.
Insomma, “è imprescindibile ribadire che nessuno deve restare indietro, non possiamo accettare che ci siano ancora cittadini di seria A e di serie B e che tante persone debbano rinunciare a curarsi. Le persone anziane, i non autosufficienti, e tutti i cittadini pugliesi hanno il diritto di curarsi nella propria regione e non attendere mesi per conoscere l’esito di un esame istologico, o rischiare di morire perché mancano gli specialisti o i medici del pronto soccorso. La Legge Delega 33/2023 in materia di politiche per gli Anziani e la Non Autosufficienza, che finalmente abbiamo ottenuto dopo lunghi anni di lotte sindacali, è una legge ad invarianza di risorse, una legge che avrebbe potuto a livello territoriale rispondere ai bisogni di cura ed assistenza di milioni di persone anziane della nostra regione, alleggerendo il carico e la pressione sulle strutture ospedaliere. Davanti ad una Puglia sempre più anziana – conclude la segretaria generale Uilp Puglia – chiediamo alle istituzioni regionali e nazionali, risposte e misure concrete per garantire servizi ed assistenza che diano dignità a tutte le persone anziane e non autosufficienti”.