Sanità, Perrini (FdI): 'Alle lunghe liste di attesa di aggiunge la mobilità passiva. La soluzione sono gli accordi con i privati accreditati'
BARI - “I dati sulla mobilità confermano la bontà della nostra crociata per rilanciare e affermare la sanità pubblica. Ma la sinistra che parla di sanità pubblica perché non ci aiuta con i fatti, invece di trascorrere il tempo solo su lotte intestine e candidati?". Così in una nota il vice presidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini.
“I dati di questi giorni sono chiarissimi. Dal monitoraggio della fondazione Gimbe - prosegue Perrini - emerge che nel 2021 la Regione Puglia ha sborsato 281 milioni di euro per i cittadini che sono andati a curarsi fuori dai confini regionali a fronte di 150 milioni di euro incassati per i pazienti provenienti da fuori regione, certificando un saldo negativo per la mobilità sanitaria pari a 131,4 milioni di euro. Intanto, secondo i dati Gimbe, oltre 1 euro su 2 speso per ricoveri e prestazioni specialistiche finisce nelle casse del privato. Alle liste di attesa sempre più lunghe per interventi chirurgici considerati meno ‘importanti’, ma debilitanti per chi deve convivere ogni giorno con la malattia, si aggiungono sempre di più i casi di chi è stato chiamato per fare gli esami pre-ricovero e poi l’intervento salta e quindi al danno la beffa, perché non solo non viene operato, ma perché gli esami fatti (analisi del sangue, consulenza con l’anestetista e altri esami diagnostici utili) hanno un costo sulla collettività e impiegano tempo prezioso agli operatori sanitari che li svolgono, per poi non servire a nulla. Autorizzare tante cliniche private e accreditate ad effettuare interventi chirurgici per snellire ora le lunghissime liste di attesa e in futuro dare una mano al sistema sanitario regionale, perché chi deve operarsi ha più strutture sanitarie alternative potrebbe essere una soluzione anche sul piano della carenza di personale. Una soluzione peraltro che costerebbe molto meno dei tanti milioni che la Regione sta spendendo per realizzare questi fantomatici nuovi ospedali e dirottare i costi oggi rimborsati alle regioni del nord per l’ammodernamento della diagnostica, in stipendi migliori per il personale, nuove assunzioni e per l’abbattimento delle liste di attesa. Ridurre i tempi d’attesa deve essere priorità massima affinché l’indice di fuga dalla Regione diminuisca drasticamente.
“Di questa situazione assurda, ne discuterò in seduta consiliare con l’assessore alla sanità Rocco Palese, facendogli presente che serve una soluzione immediata e non si può certo aspettare il completamento del nuovo ospedale San Cataldo, che nella migliore delle ipotesi sarà pronto fra due/tre anni” conclude Perrini.
“I dati di questi giorni sono chiarissimi. Dal monitoraggio della fondazione Gimbe - prosegue Perrini - emerge che nel 2021 la Regione Puglia ha sborsato 281 milioni di euro per i cittadini che sono andati a curarsi fuori dai confini regionali a fronte di 150 milioni di euro incassati per i pazienti provenienti da fuori regione, certificando un saldo negativo per la mobilità sanitaria pari a 131,4 milioni di euro. Intanto, secondo i dati Gimbe, oltre 1 euro su 2 speso per ricoveri e prestazioni specialistiche finisce nelle casse del privato. Alle liste di attesa sempre più lunghe per interventi chirurgici considerati meno ‘importanti’, ma debilitanti per chi deve convivere ogni giorno con la malattia, si aggiungono sempre di più i casi di chi è stato chiamato per fare gli esami pre-ricovero e poi l’intervento salta e quindi al danno la beffa, perché non solo non viene operato, ma perché gli esami fatti (analisi del sangue, consulenza con l’anestetista e altri esami diagnostici utili) hanno un costo sulla collettività e impiegano tempo prezioso agli operatori sanitari che li svolgono, per poi non servire a nulla. Autorizzare tante cliniche private e accreditate ad effettuare interventi chirurgici per snellire ora le lunghissime liste di attesa e in futuro dare una mano al sistema sanitario regionale, perché chi deve operarsi ha più strutture sanitarie alternative potrebbe essere una soluzione anche sul piano della carenza di personale. Una soluzione peraltro che costerebbe molto meno dei tanti milioni che la Regione sta spendendo per realizzare questi fantomatici nuovi ospedali e dirottare i costi oggi rimborsati alle regioni del nord per l’ammodernamento della diagnostica, in stipendi migliori per il personale, nuove assunzioni e per l’abbattimento delle liste di attesa. Ridurre i tempi d’attesa deve essere priorità massima affinché l’indice di fuga dalla Regione diminuisca drasticamente.
“Di questa situazione assurda, ne discuterò in seduta consiliare con l’assessore alla sanità Rocco Palese, facendogli presente che serve una soluzione immediata e non si può certo aspettare il completamento del nuovo ospedale San Cataldo, che nella migliore delle ipotesi sarà pronto fra due/tre anni” conclude Perrini.