FRANCESCO GRECO. ROMA – “I diamanti sono i migliori amici delle ragazze...” , (Marilyn Monroe in “Gli uomini preferiscono le bionde” , 1953).
Oscura, misteriosa l’energia magmatica che mette in moto la creatività L’attrice Francesca Stajano Sasson (nata a Roma, nobili origini pugliesi) è al lavoro su un testo teatrale di cui curerà anche la regia.
Protagonista: un’attrice e cantante, personaggio icona oltre il tempo: Marilyn Monroe. Una donna polisemica, dalle molte facce e password, che ha lasciato traccia di sé nella Storia, nel costume e i destini stessi dell’America dell’altro secolo.
La Stajano è un’attrice, autrice e regista che ama il rischio, che si mette di continuo in discussione, alzo zero. Troppo facile andare sul sicuro, sul classico: Euripide, Aristofane, Shakespeare, Pirandello.
Molto meno giocarsi tutto ogni volta con nuove idee maieutiche e performance che rappresentano delle sfide eccitanti.
E dopo l’estroverso, geniale Mozart (“Mozartmaniac”) e il rivoluzionario Giò Stajano (“Polvere di Giò”), ecco un altro personaggio barocco, sfuggente, impegnativo, una donna misteriosa, forse ancora da decodificare del tutto (mai accertata la dinamica della fine, 4 agosto 1962, a 34 anni). Impresso nell’immaginario collettivo di tutto il mondo, trasversale alle generazioni.
Che incarna l’affollamento semantico di un tempo, un mondo, una percezione, una storia scritta al femminile (“l’eterno femminino” direbbero i poeti rinascimentali). “Da anni – afferma l’attrice - voglio realizzare uno spettacolo su di lei, sulla grande ed incompresa Marilyn Monroe, una sorta di vendetta delle bionde rispetto ad un mondo che non ci comprende e ci relega ad un unico scontato ruolo”.
Curiosità che già lievita: chi sarà Marilyn?
“Ovviamente io, ma potrebbero esserci delle sorprese... in fondo siamo tutti un pò Marilyn, uomini donne e senza tempo. Sono particolarmente ispirata, in questi giorni... Sarà uno spettacolo assolutamente vero e vibrante” , promette.
E aggiunge: “Mai avrei pensato di piangere nel farlo, nell' attraversare tutta la sua esistenza. Marilyn è stata una delle tante donne abusate da una società fatta di uomini senza scrupoli, hanno oggettivizzato la sua bellezza, la sua intelligenza e la sua forza”.
Conclude, riflettendo ancora sul concept intimo dello spettacolo: “Hanno vinto solo perché era sola contro tutti e quel vuoto che si portava dietro da una disastrosa infanzia, nella quale subì diverse violenze sessuali - dopo l' ennesima violenza uno dei tanti patrigni le diede una moneta per comprarsi un gelato, moneta che lei gli tirò in faccia con disprezzo - non l' ha aiutata certo ad avere stima in sé stessa. Eppure lei ci ha provato ugualmente, ha combattuto ed ha a suo modo vinto, è diventata immortale: grande piccola Norma”.
Oltre ai testi e alla regia, Francesca canterà (ha studiato al Conservatorio). Altri particolari del lavoro in progress: supervisore artistico sarà Raffaello Sasson, regista e autore di cinema e teatro.
E così, non resta che aspettare maggio per la prima di “NORMA JEANE MORTENSON BAKER MONROE”. Ma l’attesa, da Eschilo a Carmelo Bene, non è forse un tempo insonne pregno di poesia, di magia, che si carica di energia escatologica?
“E’ mezzogiorno quando una pupa di New York dice arrivederci”, (Marilyn Monroe).