Frammento del muro del Ghetto di Varsavia | Foto Guido Morpurgo, 201 |
VENEZIA - Martedì 23 gennaio nell’aula magna dell’Università Iuav di Venezia si terrà la conferenza "La città ermetica. Archeologia del Ghetto di Varsavia: rovine e progetto per la Memoria", nell’ambito del programma di manifestazioni cittadine in occasione del Giorno della Memoria.
La totale distruzione del centro di Varsavia a seguito della rivolta del Ghetto nella primavera del 1943, poi dell’insurrezione del 1944, ha trasformato il cuore della città-capitale in un immane spazio geologico: 25 milioni di metri cubi di macerie, minerali senza tempo, testimoni silenziosi della fine di un’intera civiltà urbana.
La ricostruzione postbellica aveva sostituito i detriti della densa struttura di isolati urbani dell’area dell’ex "Ghetto grande" (Muranów) con edifici lineari e nell’ex "Ghetto piccolo" (Mirów-Wola) con case alte. Quest’ultimo è oggi interessato da un’incessante attività edilizia che sta rimuovendo gli ultimi frammenti della Varsavia novecentesca e riempiendo i vuoti lasciati dalle distruzioni naziste con grattacieli e nuovi complessi edilizi.
Nonostante ciò, sopravvivono in particolare nel quartiere meridionale alcuni resti della città ermetica: le tracce archeologiche delle vecchie strade, frammenti del muro innalzato dai nazisti e delle architetture-rovine superstiti. Questi reperti simboleggiano l’immanenza del Ghetto nel nostro presente. Scritture architettoniche pietrificate, esprimono la necessità di un progetto di testimonianza: la rilettura del tempo di un evento storico incancellabile e imperdonabile attraverso il presente dello spazio urbano.
Scopo della conferenza promossa dal rettorato dell’Università Iuav di Venezia con il patrocinio del Museo Polin di Varsavia è presentare alle studentesse e agli studenti architetti, oltre che alla cittadinanza, la vicenda del Ghetto di Varsavia come quintessenza simbolica della resistenza alla Shoah, emblema di opposizione alla cancellazione della Memoria dello sterminio grazie alla testimonianza rappresentata dalla rivolta dei giovani ebrei del Ghetto.
Le tracce fisiche di questo evento costituiscono oggi una diversa archeologia della città e rendono necessario e urgente un progetto architettonico e urbano di interpretazione memorialistica: restituire il significato della vicenda del Ghetto di Varsavia alla società civile, ricostruendo così consapevolezza e cultura della Memoria della Shoah. Un progetto che può nascere dall’Università.
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