11 febbraio, 'Mohàbbat (sull' Iran)' ad Astràgali Teatro
ph Paolo Panfili |
Mohàbbat è una parola persiana che significa “affetto, cura” e che Afshin Varjavandi identifica come fulcro della cultura da cui proviene, quella persiana.
In Iran ed altrove nel mondo vengono da decenni istituzionalmente proibiti credi, diritti di espressione, di uguaglianza di genere, il progresso, l’emancipazione.
Qual prezzo si paga quando si abbandona la propria terra di origine? Cosa si prova nell’iniziare un viaggio senza ritorno?
Mohàbbat è un racconto libero e senza una cronologia definita, una sorta di ‘flusso di coscienza’, di brain-storming, che si avvale di ricordi personali, episodi, telefonate familiari tra parenti distanti, mescolati a molteplici immagini e riferimenti drammaturgici: gli scatti fotografici di Gianni Berengo Gardin, i dolci versi in stile ‘haiku’ del regista persiano Kiarostami,quelli del poeta persiano Sohrāb Sepehri
I danzatori costruiscono in una danza eclettica, mista, fusione di gesto contemporaneo, movement research e tecnica urban, uno spazio sacro immaginario, una fortezza, o un rifugio, dove non esiste alcun tipo di prevaricazione e di crudeltà e nel quale, con affetto, invitano il pubblico ad “entrare”.
Lo spettacolo rientra nel progetto di Residenze Artistiche “Sguardi meridiani” di Astràgali Teatro ed è sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione Puglia “ Residenze per artisti nei territori” ( art. 43 DM 27.07.2017)
Ingresso gratuito. Si consiglia la prenotazione: 3892105991
teatro@astràgali.org – www.astragali.it – www.distilleriadegiorgi.eu