Accuse di corruzione e turbativa d'asta, rinviato a giudizio Filippo Caracciolo

BARI - Il capogruppo del Partito Democratico al Consiglio Regionale pugliese, Filippo Caracciolo, l'ex direttore di Arca Puglia, Massimo Lupelli, e il presidente della commissione aggiudicatrice di un appalto bandito dal comune barese di Corato, Donato Lamacchia, sono stati rinviati a giudizio.

Caracciolo e Lupelli sono accusati di turbativa d'asta e corruzione in concorso, mentre a Lamacchia è contestato anche il reato di falso. Prosciolto dalle accuse di corruzione e turbativa d'asta l'imprenditore Amedeo Manchisi, mentre il fratello Massimo ha patteggiato una pena complessiva di 20 mesi di reclusione.

La vicenda risale al 2017 e riguarda una gara d'appalto bandita dal comune di Corato per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII. Secondo l'accusa, Caracciolo avrebbe indotto il presidente della commissione aggiudicatrice, Lamacchia, a intervenire a favore di una ditta dei Manchisi, promettendogli un incarico dirigenziale presso la Regione Puglia.

Attraverso la mediazione di Sabino Lupelli, dirigente di Arca Puglia, sarebbe stato assicurato a Caracciolo "l'impegno elettorale" dei Manchisi nelle elezioni politiche del 2018 "alle quali Caracciolo intendeva partecipare", si legge nel capo di imputazione. Il dibattimento per Caracciolo, Lupelli e Lamacchia si aprirà il prossimo 7 maggio.

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