BARI – I vantaggi dell’approccio multidisciplinare e delle tecniche chirurgiche mininvasive in Oncologia. Se n’è parlato stamane nel Convegno svoltosi nella sala auditorium dell’Ospedale San Paolo di Bari, organizzato dal dottor Massimo Buonfantino, direttore della Chirurgia generale del San Paolo.
Circa 150 gli iscritti, tra specialisti in Chirurgia generale e Medicina e Chirurgia di accettazione e di urgenza, infermieri e medici di Medicina generale, il cui coinvolgimento rappresenta l’elemento caratterizzante dell’evento formativo e informativo, assieme alla collaborazione tra la Direzione medica del presidio, con il dott. Alessandro Guaccero, il Distretto Unico di Bari, con la direttrice Rosella Squicciarini, il Dipartimento di Area Chirurgica ASL Bari, diretto dal dott. Michele Simone, e i responsabili dell’Ufficio Distrettuale per la Medicina Generale (UDMG), Vincenzo Creanza e Maria Zamparella. Tra i presenti, il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro.
Ospedale e territorio si incontrano e, soprattutto, si confrontano con l’obiettivo di informare i pazienti sui vantaggi della chirurgia mininvasiva, in termini di minore impatto sul paziente e di ridotti tempi di recupero post-operatori, e sulle potenzialità dell’approccio che chiama in causa diverse discipline specialistiche. Tra i temi trattati, in particolare, l’oncologo Francesco Giuliani ha parlato del ruolo del gruppo multidisciplinare nei tumori del colon retto, il chirurgo Massimo Buonfantino ha approfondito gli aspetti principali del trattamento mininvasivo del tumore del retto, così come il dott. Michele Simone per le neoplasie del pancreas e la prof. Angela Pezzolla, dell’Università di Bari, per quelle della tiroide. Nelle due sessioni ampio spazio alle tante figure professionali coinvolte nel team multidisciplinare: oncologo, radiologo, radiologo interventista, gastroenterologo, anestesista, radioterapista ed ecoendoscopista, oltre al chirurgo stesso.
La tecnica laparoscopica
La laparoscopia moderna, come è stato ampiamente illustrato durante il convegno, è una tecnica di chirurgia che dà la possibilità di esplorare la cavità addominale senza ampie incisioni. La chirurgia laparoscopica è stata anche definita "key hole surgery" (chirurgia del buco della serratura) con l'obiettivo di realizzare interventi sovrapponibili alla chirurgia aperta tradizionale, rispettando al massimo i principi oncologici e l'integrità delle strutture anatomiche, riducendo il trauma chirurgico con vie di accesso mininvasive. In Italia, diversamente da altri Paesi europei e dagli USA, secondo i dati del 1° Osservatorio PariSanità del 2017 solo il 38,5% degli interventi sono eseguiti con la tecnica mininvasiva.
I numeri dell’Ospedale San Paolo
L'Ospedale San Paolo di Bari è a pieno titolo nella Rete Oncologica Pugliese ed ha già da tempo in attività il gruppo multidisciplinare per le patologie neoplastiche e gastrointestinali, all’interno del quale viene preliminarmente discusso il 100 per cento dei pazienti oncologici sottoposti ad intervento chirurgico. In Chirurgia generale si eseguono circa 1.000 interventi l'anno, di cui 150 per patologia neoplastica del tratto gastrointestinale, con una quota di pazienti trattati con tecnica laparoscopica che raggiunge il 67 per cento. Si eseguono con tale tecnica resezioni del Colon ed in particolare anche gastrectomie totali laparoscopiche. Inoltre, vengono trattati con tecnica laparoscopica i difetti del giunto gastro esofageo (ernie iatali ed acalasie), e le patologie di parete (ernie inguinali e laparoceli). Vengono infine trattati con tecniche laparoscopiche interventi in urgenza come occlusione intestinale, appendicite e colecistite.