ROMA - Ieri abbiamo presentato, insieme a Elena Bonetti, Mara Carfagna, Enrico Costa e Mariastella Gelmini, la nostra proposta di riforma istituzionale in risposta al premierato di Giorgia Meloni. Compito dell’opposizione non è dire no e basta, ma avanzare proposte credibili e alternative a quelle della maggioranza. Così Carlo Calenda, leader di Azione.
Il Premierato - prosegue Calenda - è una legge sbagliata e mal scritta. Un modello che non esiste in alcun altro Paese del mondo e che è pericoloso per l’equilibrio dei poteri perché indebolisce la figura del Presidente della Repubblica e ci condanna a legislature guidate da inetti senza possibilità di cambiarli. Se Meloni chiamerà un referendum per approvarlo ci schiereremo contro in modo netto.
Abbiamo proposto una riforma mutuata dal modello tedesco che prevede: l’indicazione (non elezione) di un Primo Ministro con autonomi poteri di nomina e di revoca dei ministri, l’introduzione del meccanismo di sfiducia costruttiva e la riforma del processo legislativo.
Ovviamente abbiamo provato ad arrivare ad una proposta comune con il PD. Altrettanto ovviamente il PD non ha dato segni di vita.
La stessa identica cosa è accaduta con la riforma della RAI. Non siamo pagati per fare sit-in. Questo approccio del PD è un modo adolescenziale per non affrontare un problema atavico e serio: del resto oggi la destra lottizza quello che ieri era lottizzato dalla sinistra. Ho proposto ad Elly Schlein di trasformare la protesta in una proposta di riforma della RAI. Anche in questo caso le risposte sono state vaghe e lacunose.
La Rai va messa sotto una fondazione i cui componenti devono essere nominati dal Presidente della Repubblica e si deve chiudere la Commissione di vigilanza, altrimenti meglio privatizzarla.
Questa continua e sterile politica del NO ha portato il PD a votare contro l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Un provvedimento chiesto da tutti gli amministratori italiani, in testa quelli del PD. L’abuso d’ufficio è un reato assurdo che genera il 96% di assoluzioni e archiviazioni, migliaia di vite rovinate e il terrore della firma da parte degli amministratori.
Non se ne può più di una politica che dice no a prescindere. La realtà scompare, si vota contro anche quando si è d’accordo come fosse un gioco di società e non il governo del Paese.
Dobbiamo prendere atto che a fronte di un governo di estrema destra, alleato di Orban, e incapace di affrontare i problemi strutturali del paese, c’è il nulla del populismo dei 5S e del PD. Così la destra è destinata a governare il paese per molti anni a venire.
Abbiamo l’obbligo di raccogliere intorno al progetto di un grande Partito della Repubblica le forze sane del paese che si sono stancate di questo balletto.
Mentre giro l’Italia per presentare “Il Patto” che rappresenta la nostra piattaforma politica e sostenere i nostri candidati alle elezioni regionali e comunali, sento che c’è un diffuso desiderio di voltare pagina.
Questo è il nostro compito e la nostra missione - conclude -: dimostrare che c’è la possibilità in Italia di fare politica in modo serio e competente.
Il Premierato - prosegue Calenda - è una legge sbagliata e mal scritta. Un modello che non esiste in alcun altro Paese del mondo e che è pericoloso per l’equilibrio dei poteri perché indebolisce la figura del Presidente della Repubblica e ci condanna a legislature guidate da inetti senza possibilità di cambiarli. Se Meloni chiamerà un referendum per approvarlo ci schiereremo contro in modo netto.
Abbiamo proposto una riforma mutuata dal modello tedesco che prevede: l’indicazione (non elezione) di un Primo Ministro con autonomi poteri di nomina e di revoca dei ministri, l’introduzione del meccanismo di sfiducia costruttiva e la riforma del processo legislativo.
Ovviamente abbiamo provato ad arrivare ad una proposta comune con il PD. Altrettanto ovviamente il PD non ha dato segni di vita.
La stessa identica cosa è accaduta con la riforma della RAI. Non siamo pagati per fare sit-in. Questo approccio del PD è un modo adolescenziale per non affrontare un problema atavico e serio: del resto oggi la destra lottizza quello che ieri era lottizzato dalla sinistra. Ho proposto ad Elly Schlein di trasformare la protesta in una proposta di riforma della RAI. Anche in questo caso le risposte sono state vaghe e lacunose.
La Rai va messa sotto una fondazione i cui componenti devono essere nominati dal Presidente della Repubblica e si deve chiudere la Commissione di vigilanza, altrimenti meglio privatizzarla.
Questa continua e sterile politica del NO ha portato il PD a votare contro l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Un provvedimento chiesto da tutti gli amministratori italiani, in testa quelli del PD. L’abuso d’ufficio è un reato assurdo che genera il 96% di assoluzioni e archiviazioni, migliaia di vite rovinate e il terrore della firma da parte degli amministratori.
Non se ne può più di una politica che dice no a prescindere. La realtà scompare, si vota contro anche quando si è d’accordo come fosse un gioco di società e non il governo del Paese.
Dobbiamo prendere atto che a fronte di un governo di estrema destra, alleato di Orban, e incapace di affrontare i problemi strutturali del paese, c’è il nulla del populismo dei 5S e del PD. Così la destra è destinata a governare il paese per molti anni a venire.
Abbiamo l’obbligo di raccogliere intorno al progetto di un grande Partito della Repubblica le forze sane del paese che si sono stancate di questo balletto.
Mentre giro l’Italia per presentare “Il Patto” che rappresenta la nostra piattaforma politica e sostenere i nostri candidati alle elezioni regionali e comunali, sento che c’è un diffuso desiderio di voltare pagina.
Questo è il nostro compito e la nostra missione - conclude -: dimostrare che c’è la possibilità in Italia di fare politica in modo serio e competente.
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