Ciao Aldo, continua a 'piluccare' i tuoi amati libri

FRANCESCO GRECO - Adesso Terra d’Otranto è più povera. A 77 anni, un piccolo grande uomo se n’è andato e ieri, quando si è diffusa la news, una gigantesca onda di affetto si è sollevata e lo ha raggiunto “nel suo viaggio nella luce”, come ha detto sui social lo scrittore Alessandro Romano.

Aldo D’Antico da Parabita (Lecce) è stato un intellettuale totale, politico, giornalista, storico: un erudito appassionato, nel solco dei Galateo e i Cosimo De Giorgi. Maestro elementare, editore, ricercatore. “Una grande mente” (Anna Cesi). “Uomo grande e generoso (Angela Acquaviva)”. “Un affabulatore meraviglioso. Vivace, appassionato, instancabile” (Stefano Prete, sindaco di Parabita). “Un Maestro” (Anton Fiore). D'Antico era socio onorario dell'Istituto di Cultura Salentino.

Lo avevo incontrato l’ultima volta nell’estate 2022, a un evento artistico su Rocco Coronese. Mi era apparso affaticato. Chiacchierammo un po’: fra noi c’era quell’affetto fra maestro e allievo.

Ma anni fa lo avevo trovato a un convegno al Castello di Acquarica del Capo. Era felice come un bambino quando scopriva una autore del territorio ai più, le sue opere inedite, prime edizioni di classici.

Quella sera d’estate disse di aver trovato un nuovo poeta, usò un verbo che mi piacque molto: piluccare e ne lessi i versi fra gli applausi. Piluccare: rappresenta credo il verbo più amato da chi fa dei libri la passione della sua vita ed è felice di condividere le sue scoperte: la biblioteca di Aldo ne conta oltre ventimila.

Mi parlava spesso con orgoglio dei successi del figlio Tommaso “Tommy”.

Fondò nell’altro secolo “il Laboratorio” , piccola casa editrice in cui investiva la sua modesta pensione. Si dedicava alla scoperta di autori del territorio e di testi inediti, fuori dalle reti editoriali. Ogni volta che passavo da Parabita e andavo a salutarlo, lo trovavo nella sede, uno scantinato enorme con un grande tavolo pieno di bozze, appunti, libri in itinere: me li regalava, ma non chiedeva recensioni (che poi facevo). Ho qui un saggio di Aldo Bello (“Passo d’Oriente”), uno di Aldo De Jaco (“Stazioni di posta”), che aveva scritto sull’Unità e che poi incontrai per caso a Roma.

Negli ultimi anni, Aldo si era dedicato alla Storia di Terra d’Otranto, in particolare il periodo dell’unità d’Italia. Stava demolendo tutta l’architettura che regge la narrazione dei vincitori in merito alla fine del Regno delle Due Sicilie.

Il fatto per dire che fosse arretrato e quindi doveva essere formattato. Al contrario: era più avanzato dello Stato Pontificio, il Regno di Sardegna e gli altri staterelli del Nord e dell’Europa.

I briganti infamati e assimilati ai delinquenti comuni per Aldo erano un falso storico. Indagò su quello più vicino, lo “Sturno” (Rosario Parata da Parabita, 1831-1885). Li riabilitò nelle figure di partigiani innamorati della loro patria, il Sud Nazione, a cui tantissimi (il suo paesano incluso) avevano sacrificato la vita.

Ciao Aldo, spero che dove sei andato adesso continuerai a “piluccare” i tuoi libri e se scoprirai qualche poeta o scrittore dimenticato o rimosso di Terra d’Otranto, faccelo sapere: anche a noi piace “piluccare”...

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