BARI - Questo pomeriggio, all’Archivio di Stato di Bari, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto al convegno organizzato da CGIL Puglia e Fondazione Rita Maierotti sul tema “Politiche industriali. Sviluppo sostenibile e buona occupazione in Puglia”.
Nel corso del suo intervento, dedicato a infrastrutture, sviluppo economico e transizione ecologica, Emiliano è tornato a parlare di Taranto e del suo stabilimento siderurgico, auspicando la convocazione di un tavolo di discussione sul futuro dell’ex Ilva e delle imprese dell’indotto creditrici di ArcelorMittal.
“Spero di avere presto l’onore di convocare un tavolo sull’ex Ilva – ha esordito Emiliano – con la partecipazione di tutte le sigle sindacali. Su questo, la CGIL non è mai stata contraria, mentre altre confederazioni mi sono sembrate più scettiche. La questione ex Ilva, come noto, è gestita direttamente dal Governo e da presidente di Regione non ho poteri in merito. Ma credo comunque di poter dare una mano avendo un peso politico nella questione, specialmente per evitare che l’eventuale fallimento dell’acciaieria provochi la crisi fatale dell’indotto. L’ipotesi dell’amministrazione straordinaria, di fatto, è un fallimento che congela i crediti vantati da tutte quelle imprese che hanno lavorato con la fiducia di essere pagate”.
Il presidente della Regione Puglia ha aggiunto che “la decarbonizzazione era una grande occasione per Taranto. Mi rendo conto che non è semplice discuterne in questo scenario, coi prezzi dell'idrogeno verde così elevati. Con la giusta programmazione, però, si potevano individuare le modalità per abbassare in modo graduale e intelligente i costi di produzione. Come noto, il PNRR aveva finanziato i primi forni DRI dell'ex Ilva con un miliardo di euro, ma quell’investimento, che pure era stato già appaltato, è stato eliminato dal PNRR con la promessa di una sostituzione. Nel frattempo, ho avuto notizia che con un'altra fonte di finanziamento nazionale di circa due miliardi, un altro raggruppamento di imprese sta realizzando dei forni DRI nell’area industriale di Taranto che non c’entrano nulla con l’ex Ilva. Una mini-acciaieria nell’area portuale di Taranto sta realizzando una produzione autonoma. È un mistero pari a quello del protocollo segreto firmato dal ministro Fitto con ArcelorMittal. Come si può far politica industriale coi protocolli segreti tra ministri e gruppi imprenditoriali?”.
“Il nostro dovere e il nostro destino – ha chiuso Emiliano – sono quelli di batterci per ciò che riteniamo giusto. E lo faremo, come al solito, con tutta l'energia che ci viene dal fatto che, sempre o quasi sempre, abbiamo ragione”.
Nel corso del suo intervento, dedicato a infrastrutture, sviluppo economico e transizione ecologica, Emiliano è tornato a parlare di Taranto e del suo stabilimento siderurgico, auspicando la convocazione di un tavolo di discussione sul futuro dell’ex Ilva e delle imprese dell’indotto creditrici di ArcelorMittal.
“Spero di avere presto l’onore di convocare un tavolo sull’ex Ilva – ha esordito Emiliano – con la partecipazione di tutte le sigle sindacali. Su questo, la CGIL non è mai stata contraria, mentre altre confederazioni mi sono sembrate più scettiche. La questione ex Ilva, come noto, è gestita direttamente dal Governo e da presidente di Regione non ho poteri in merito. Ma credo comunque di poter dare una mano avendo un peso politico nella questione, specialmente per evitare che l’eventuale fallimento dell’acciaieria provochi la crisi fatale dell’indotto. L’ipotesi dell’amministrazione straordinaria, di fatto, è un fallimento che congela i crediti vantati da tutte quelle imprese che hanno lavorato con la fiducia di essere pagate”.
Il presidente della Regione Puglia ha aggiunto che “la decarbonizzazione era una grande occasione per Taranto. Mi rendo conto che non è semplice discuterne in questo scenario, coi prezzi dell'idrogeno verde così elevati. Con la giusta programmazione, però, si potevano individuare le modalità per abbassare in modo graduale e intelligente i costi di produzione. Come noto, il PNRR aveva finanziato i primi forni DRI dell'ex Ilva con un miliardo di euro, ma quell’investimento, che pure era stato già appaltato, è stato eliminato dal PNRR con la promessa di una sostituzione. Nel frattempo, ho avuto notizia che con un'altra fonte di finanziamento nazionale di circa due miliardi, un altro raggruppamento di imprese sta realizzando dei forni DRI nell’area industriale di Taranto che non c’entrano nulla con l’ex Ilva. Una mini-acciaieria nell’area portuale di Taranto sta realizzando una produzione autonoma. È un mistero pari a quello del protocollo segreto firmato dal ministro Fitto con ArcelorMittal. Come si può far politica industriale coi protocolli segreti tra ministri e gruppi imprenditoriali?”.
“Il nostro dovere e il nostro destino – ha chiuso Emiliano – sono quelli di batterci per ciò che riteniamo giusto. E lo faremo, come al solito, con tutta l'energia che ci viene dal fatto che, sempre o quasi sempre, abbiamo ragione”.