Ictus, stop ai viaggi della speranza: il 'Perinei' di Altamura fra le eccellenze italiane

ALTAMURA - La Stroke Unit della Neurologia dell’ospedale "Perinei” di Altamura è seconda in Italia per la più bassa mortalità a 30 giorni da Ictus ischemico, dove si registra una mortalità del 4,88%, meno della metà della media italiana pari al 10,54%. Un dato, contenuto nel Piano Nazionale Esiti del 2023 redatto da Agenas sull'attività svolta nell'anno 2022, che testimonia quanto in Puglia ci siano eccellenze in grado di assicurare un livello di assistenza sanitaria specialistica elevato, azzerando la mobilità passiva.

Di questo si parlerà sabato 17 febbraio durante il congresso dal titolo “Stroke Prevention Summit” in programma nell’auditorium “Lorenzo Fazio” dell’ospedale della Murgia “Perinei” di Altamura. A presiedere la giornata di lavoro il dottor Marco Basile, responsabile dell’unità operativa di Emodinamica del “Perinei” e responsabile scientifico del Congresso, e i presidenti del congresso, il dottor Francesco Massari, direttore dell’unità operativa di Emodinamica della Cardiologia dell’ospedale della Murgia, e il dottor Bonaventura Ardito, direttore del reparto di Neurologia del presidio di Altamura.

Medici e specialisti si alterneranno durante la giornata per confrontarsi sul tema della prevenzione dall'ictus, che rappresenta una delle principali cause di disabilità e mortalità a livello mondiale, con gravi implicazioni sia per i pazienti che per il sistema sanitario.

Focus particolare su ambulatorio dello ‘stroke’ e su procedure di cardiologia interventistica come la chiusura del forame ovale pervio e dell’auricola. Quest’ultima è indicata nei pazienti che non possono assumere farmaci anticoagulanti poiché ad alto rischio di sanguinamento e che, allo stesso tempo, soffrono di fibrillazione atriale, aritmia che aumenta in modo esponenziale il rischio di ictus.

“Sarà un utilissimo momento di confronto formativo fra vari attori che operano all’interno della sanità” sottolinea il dottor Basile. “Le moderne tecniche di Cardiologia Interventistica possono darci una mano nella prevenzione dello stroke. In particolare la chiusura percutanea del forame ovale pervio nei pazienti giovani e la chiusura mini-invasiva delle auricole sinistre per i pazienti con fibrillazione atriale che purtroppo non possono assumere anticoagulanti perché hanno un elevato rischio emorragico. Questi interventi offrono opportunità uniche per ridurre il rischio di eventi e migliorare la qualità della vita”.

Uno degli obiettivi, come sottolinea lo specialista, è quello di promuovere un approccio multidisciplinare, fondamentale per affrontare questa sfida in modo completo ed efficace, riunendo intorno allo stesso tavolo cardiologi e neurologi.

La giornata di lavoro è a cura di E20econvegni, segreteria organizzativa e provider del congresso.