Francesco Nigro |
BARI - Nessuna pena sarebbe mai stata commisurata alla loro immensa perdita, ma la mamma e la compagna di Francesco Nigro hanno finalmente ottenuto un po’ di giustizia. All’esito dell’udienza tenutasi mercoledì 28 febbraio 2024 in Tribunale a Taranto, il Gup dott. Giovanni Caroli, accogliendo la seconda richiesta di patteggiamento (la prima era stata rigettata perché troppo mite) del difensore dell’imputato, ha condannato a due anni e tre mesi di reclusione per omicidio stradale aggravato il conducente del furgone che, con una sciagurata invasione della corsia opposta durante un sorpasso, e per di più in curva, ha travolto e ucciso il compianto trentacinquenne di Laterza che procedeva tranquillamente per la sua strada in bicicletta: si tratta di Luciano Contini, 25 anni, di Matera.
Il tragico sinistro è successo il 20 gennaio 2023, alle 10, nella stessa Laterza, sulla Statale 7, all’altezza della progressiva chilometrica 591,800, è stato rilevato dai carabinieri della locale stazione e ricostruito nei dettagli dall’ingegner Maurizio Scudella a cui il Pubblico Ministero della Procura di Taranto titolare del relativo procedimento panale, la dott.ssa Vittoria Petronella, ha conferito l’incarico, per l’appunto, di accertare la dinamica, le cause e tutte le responsabilità dell’incidente. E’ emerso che Contini, con una condotta di guida scriteriata, procedendo alla guida di un Ford Transit in direzione Laterza a una velocità stimata di oltre 85 chilometri all’ora, a fronte del limite di 70, ha intrapreso, e per di più in corrispondenza di una curva, una azzardata e vietata (dalla linea continua) manovra di sorpasso di un’auto che lo precedeva invadendo completamente la corsia opposta dove sopraggiungeva in sella alla sua bicicletta Bmc, regolarmente sulla sua strada, Francesco Nigro, che non ha potuto nulla per evitare il furgone piombatogli improvvisamente addosso: “non si ravvisano violazioni in capo alla vittima – conclude nella sua perizia il consulente tecnico, a parziale consolazione per i suoi cari -, a cui non va attribuita alcuna responsabilità relativa alla produzione del sinistro, che va invece ascritta al conducente del veicolo” in forza della sfilza di gravi infrazioni commesse.
Il resto purtroppo è tristemente noto; il ciclista, travolto in pieno e scagliato in un terreno a bordo strada, è deceduto praticamente sul colpo a causa dei gravissimi politraumi riportati per i terribili impatti con il furgone e poi nella rovinosa caduta a terra, soprattutto al capo, con un trauma cranico fatale, e al torace. Il venticinquenne è stato iscritto fin da subito nel registro degli indagati nell’ambito del fascicolo aperto dalla Procura tarantina: la mamma di Nigro, per essere assistita e ottenere giustizia, attraverso l’Area manager per la Puglia e responsabile della sede di Taranto Luigi Cisonna, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, mentre la compagna è stata assistita dall’avv. Anna Maria Bozza, del foro di Milano.
Al termine dell’inchiesta, dunque, il Pm ha spiccato la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale per Contini con l’accusa di aver causato la morte del ciclista, per citare l’atto, “per negligenza, imprudenza e imperizia, in particolare non adeguando la condotta di guida alle condizioni di tempo e di luogo essendo in prossimità di una curva, nonché in violazione degli articoli 141, 142 e 146 del Codice della strada, non adeguando la velocità di guida al limite imposto di 70 km/h e tenendone invece una di 85,5 km/h, così da non riuscire a controllare il proprio veicolo ed arrestarlo in tempo in caso di malagevole incrocio con altri veicoli, e dell’art. 143 Cds in quanto invadeva la corsia di marcia opposta non lasciando il dovuto spazio ai veicoli provenienti dalla corsia sinistra, venendo così in collisione con la bicicletta condotta da Francesco Nigro. E con l’aggravante di aver commesso il fatto a seguito di sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di linea continua”.
All’udienza tenutasi l’8 novembre 2023, in Tribunale a Taranto, il Gip dott.ssa Fulvia Misserini aveva però rigettato la prima richiesta di patteggiamento dell’imputato ritenendo troppo esigua la pena concordata a fronte dell’aggravante contestata, con conseguente restituzione degli atti alla Procura. Il magistrato inquirente ha pertanto rinnovato la richiesta di giudizio e si è così è giunti all’udienza di mercoledì e ad una condanna un po’ più congrua, che non prevede la sospensione condizionale della pena (il venticinquenne ha già fatto richiesta per i lavori di pubblica utilità) e che dà una sia pur parziale risposta alle istanze di giustizia della madre, che ha perso il suo unico figlio, e della compagna di Francesco Nigro, consentendo anche loro di chiudere almeno il capitolo giudiziario di una ferita che per il resto non potrà mai rimarginarsi.