'L’arte è accanto ai contadini, eroi silenziosi…'. Parla Roberto Panico


FRANCESCO GRECO
. ROMA – Semanticamente affollati, rimodulati con nuove metafore e allegorie nel cuore nudo del Terzo Millennio sotto il maglio violento della globalizzazione, gli attrezzi del mondo contadino sono da sempre una componente essenziale dell’arte di Roberto Panico.

Li propone nelle esposizioni nella Capitale, in Puglia (terra d’origine, è nato a Racale, centro laborioso e produttivo del Leccese a sud di Gallipoli, mar Jonio) ed extra moenia, suscitando sempre interesse, curiosità, dialettica, nel folto pubblico che segue le sue performance.

“Le mie opere - precisa l’artista - sono state anche ricevute con molto rispetto, in più occasioni, dalla FAO…”.

Naturale, perciò, si direbbe meglio ontologico il filo rosso che fa da link con le proteste contro le politiche comunitarie da parte degli agricoltori e gli allevatori in lotta per il pane e la dignità che infiamma. da settimane tutta l’Europa fin sotto i palazzi del potere di Bruxelles e Strasburgo.

Lei è figlio di contadini?

“No, però lo erano i miei nonni”.

Che rapporto ha con la terra e in particolare quella pugliese di origine?

“Per me rappresenta la genesi e, insieme all’acqua, non ha confini”.


Cosa pensa il mondo dell’arte e lei in particolare di questa protesta?

“I nobili contadini protestano perché hanno dei motivi di forte disagio. L’arte è al servizio dell’agricoltura per il bene dell’umanità. Senza l’apporto dei contadini forse staremmo ancora nel periodo primordiale. Con il loro lavoro e immensi sacrifici, hanno fatto crescere le generazioni. Io li chiamerei condottieri, anzi, sono gli eroi gli silenziosi di questa Terra”.

Quali significati e simboli evocano gli attrezzi che lei espone e che appaiono in questo servizio?

“Un forte rispetto per quelli che li hanno adoperati sacrificando la loro vita fisica e mentale. Sono un filo conduttore con la vita alimentata da chi si serve della terra usando questi attrezzi”.

I suoi antenati avrebbero mai pensato nel XXI secolo sarebbero stati pagati per non coltivare le loro terre?

“Non potevano mai immaginare un fatto di questo tipo… Erano troppo puri”.

Cosa pensa della farina di insetti, la carne sintetica e altri alimenti che potrebbero apparire sugli scaffali dei centri commerciali?

“Sono stato formato da persone dell’Ottocento, tutto ciò non è natura…”.