LECCE - È stata trovata in riva nel mare di Torre Dell’Orso, frazione marina di Melendugno, in provincia di Lecce, in evidente difficoltà la piccola tartaruga salvata da un gruppo di amici che erano sul posto e che senza alcun timore si sono gettati nell’acqua gelata. Orrore, crudeltà, scena assurda, incredibile. Da rimanere senza parole. La piccola tartaruga era infilzata da un amo legato ad un tavolino di plastica galleggiante.
La scoperta questa mattina alle ore 12:00 da parte di un gruppo di amici. I giovani hanno notato il tavolino di plastica, che era diretto verso la riva, e hanno pensato bene di raccoglierlo per gettarlo nella spazzatura. Un gesto normale che dovrebbero fare tutti, così come tutti sanno che i rifiuti non si gettano nell’ambiente, ma vanno differenziati correttamente. Ma qualcuno continua a far finta di nulla. Il gesto ci stupisce perché siamo abituati a girare la testa da un’altra parte, facendo finta di niente, per poi indignarci sui social o al bar, ma quasi sempre senza far nulla. Invece i ragazzi hanno fatto una cosa che in pochi avrebbero fatto.
Ma neanche loro si aspettavano quanto è accaduto in seguito. Mentre lo raccoglievano hanno scoperto l’inaspettato: legata al tavolino galleggiante c’era un amo al quale era rimasta infilzata una piccola tartaruga Caretta caretta. L’amo le stava lacerando la bocca e perdeva molto sangue. A quel punto i tre l’hanno liberata tenendola in vita anche se ormai stremata. L’intervento di questi ragazzi le ha salvato la vita. Gli esperti confermano che sono tantissime le tartarughe che perdono la vita in mare a causa degli attrezzi da pesca.
Questo, per esempio, è parte di un palangaro. Questi ami possono essere ingoiati finendo nello stomaco, la lenza provoca occlusione, anoressia e gravi lacerazioni dell’intestino. Le lenze, poi, possono aggrovigliarsi attorno al capo o alle pinne dell’esemplare provocandone lo strangolamento o l’amputazione dell’arto, portando l’animale verso morte certa. In caso di tartarughe in difficoltà o di situazioni simili, basta chiamare subito il numero 1530 e chiedere l’intervento del personale della Capitaneria di Porto.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,vanno ringraziati i ragazzi e il sig. Notarnicola Massimiliano, lì presente, per il loro senso civico che ha permesso di strappare questo piccolo esemplare a morte certa. Ora la Caretta caretta avrà modo di riprendersi e starà al sicuro con noi fin quando non sarà pronta a tornare al mare. Invitiamo chiunque avvisti animali selvatici in difficoltà a chiamarci. Un gesto che dura un secondo fa la differenza tra la vita e la morte. Quando avvistate specie protette in difficoltà o ferite, e a rischio estinzione, come delfini, cetacei e tartarughe marine, avvisate subito per attivare la rete dei soccorsi.