Puglia: conclusa la duegiorni 'Stop alla violenza', seminario della Commissione criminalità

BARI - Si è concluso oggi il seminario “Stop alla violenza”, il progetto organizzato dalla Commissione di inchiesta e di studio sulla criminalità in Puglia per sviluppare azioni di sensibilizzazione e informazione sui fenomeni della violenza che riguardano essenzialmente i minori: bullismo, cyberbullismo, sexting. Un’iniziativa, pensata dalla commissione uscente presieduta da Renato Perrini, con il coordinamento della dirigente Anna Rita Del Giudice e il supporto del Segretario generale del Consiglio, che per due giorni ha impegnato i ragazzi di varie scuole della regione. Oggi erano presenti studenti e professori dell’istituto d’istruzione secondaria superiore “Giacinto dell’Olio” di Bisceglie, dell’istituto professionale “Filippo Bottazzi” di Casarano (Le) e dell’istituto tecnico tecnologico “G. Giorgi” di Brindisi.

L’incontro, moderato dal direttore dell’Agenzia regionale “Puglia notizie” Laura Sutto, ha visto, dopo i saluti istituzionali della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, gli interventi della procuratrice del tribunale dei minorenni di Lecce Simona Filoni, dei Garanti regionali dei minori, dei disabili e dei detenuti Ludovico Abbaticchio, Antonio Giampietro e Pietro Rossi, della psicologa clinica e scolastica Francesca Bertolotti e della consigliera, già componente della commissione, Grazia Di Bari.

“Obiettivo principale era quello di promuovere azioni sistemiche e sinergiche per contrastare la violenza in tutte le sue forme soprattutto quella tra i giovani - ha detto Perrini - gli studi portati avanti dalla Commissione hanno indotto a riflettere sulla necessità di rispondere ai disagi e alle condotte a rischio dei giovani con modalità di intervento non tradizionali”.

La procuratrice Filoni ha spiegato ai ragazzi gli aspetti penali collegati al bullismo, anche se non esiste una fattispecie definita. “Il reato di bullismo non esiste - ha detto - ma le varie condotte agite sono senz’altro perseguibili in quanto previste come reati, anche per i minori”. Quindi l’avvertimento: “Non pensiate di essere non punibili, perché lo Stato è attrezzato per misure di privazione della libertà o collocamento in comunità”. “Certamente, appena attuata la misura punitiva deve partire il percorso di reinserimento”, ha aggiunto Filoni, “perché l’obiettivo è sempre quello della reintegrazione nel consesso sociale”.

La psicologa Bertolotti, cogliendo l’invito che Sutto ha rivolto ai ragazzi a non pensare mai “a me non succede", ha evidenziato come il fenomeno del “branco”, dello spalleggiamento, renda possibili comportamenti aggressivi e violenti che da soli è più difficile mettere in atto. E che, soprattutto, sono l’effetto di una esponenziale perdita di emotività da parte dei ragazzi, di assenza di empatia, provocata anche dall’uso eccessivo di internet.

Sulla necessità di ascolto è intervenuta la consigliera Di Bari, raccontando che la Regione Puglia, “per prima ha fatto una legge contro il bullismo e il cyberbullismo”. “Grazie ai finanziamenti regionali – ha affermato – abbiamo creato dei punti di ascolto nelle scuole e in molti luoghi di aggregazione dei ragazzi, per supportarli e aiutarli a raccontare, a non nascondere e anche a denunciare”.

Da Abbaticchio è partito infine un empatico richiamo a tenersi stretti, ad essere uniti e “voler bene a se stessi e agli altri” perché, ha detto, “solo così siamo tutti più forti”.

L’incontro si è chiuso con l’auspicio, espresso da Perrini, di un allargamento della platea di scolaresche da coinvolgere nel progetto per il prossimo anno.

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