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LUIGI LAGUARAGNELLA - Termina ai rigori l'avventura della Champions dell'Inter. A nulla è valso il vantaggio della rete di Arnautovic nella gara di andata perché al Wanda Metropolitano l'Atletico Madrid vince per 2-1 nei minuti regolamentari e completa la rimonta dalla lotteria dei rigori. I Colchoneros tra le mura casalinghe sono estremamente pericolosi e non a caso il migliore tra i nerazzurri è Sommer. L'Inter ha un atteggiamento più prudente facendo attenzione alle giocate di Samuel Lino e Griezmann che entrambi riscaldano i guanti del portiere svizzero.
Gli spagnoli sono aggressivi, ma gli uomini di Inzaghi si difendono soprattutto con De Vrij, mancano le geometrie fluide di Mhkytarian e Cala che sono schiacciati nella loro metà campo. Eppure dalle fasce con Dimarco e Dumfries l'Inter riesce a offendere. Oblak blocca il tiro dell'ala olandese. Thuram fa a sportellate con Savic. Poi da una bella combinazione in velocità Barella indovina il passaggio a Dimarco che si insinua in area e porta in vantaggio l'Inter. L'Atletico però è abile a ristabilire la parità dopo due minuti: da un'azione confusa Pavard manca l'anticipo permettendo la zampata vincente di Griezmann.
Lo stadio si esalta, ma anche nella ripresa la partita resta equilibrata. Griezmann è più pericoloso di Morata, ma l'Inter ha il rimpianto di aver fallito due clamorose occasioni dai piedi di di Thuram e Barella serviti entrambi di Lautaro. Dalla ruota dei cambi Simeone indovina gli ingressi di Riquelme, Barrios e Depay che danno nuova energia e altra tecnica. Inzaghi mette Frattesi, Sanchez e Bissek e Darmian. Depay è l'uomo partita: mette in crisi la difesa interista. Prima colpisce il palo e poi calcia di potenza il pallone servito da Koke proprio agli sgoccioli della partita che prosegue ai supplementari in cui l'Inter da l'impressione di voler attaccare.
Ai rigori decisivo l'errore di Lautaro che spara alto e manda all'aria gli ottavi di Champios che erano iniziati con una vittoria al Meazza. L'Atletico di Simeone riesce a spuntarla a suo modo e con la consueta capacità di soffrire. I nerazzurri sono sembrati in ombra pur avendo creato occasioni (poche) che potevano risultare letali.