NICOLA ZUCCARO - Il 24 marzo 1944, 335 italiani (tutti uomini e per la gran parte militari, ebrei e civili, alcuni dei quali militanti antifascisti), vennero trucidati a Roma dalle truppe di occupazione tedesche, come rappresaglia per l'azione partigiana compiuta il 23 marzo 144 in via Rasella e che consistette nell'esplosione di un ordigno che uccise 33 tedeschi appartenenti ai corpi di Polizia del reparto "Bozen".
Fra le 335 persone catturate dalle SS e condotte in delle cave ubicate presso la via Ardeatina (da qui la definizione di Fosse Ardeatine), vi fu anche il pugliese Don Pietro Pappagallo. Originario di Terlizzi (Bari) e trasferitosi a Roma, dopo essere stato arrestato il 29 gennaio 1944 per il suo apporto alla resistenza romana nella lotta contro il nazifascismo, fu l'unico religioso a perire in quello che, a 80 anni di distanza, viene ancora ritenuto il più efferato crimine nazista commesso in Italia.
Alla figura di questo sacerdote si ispirò Roberto Rossellini per la sceneggiatura di "Roma Città Aperta", film del 1945 nel quale il ruolo che richiamava le gesta di Don Pietro Pappagallo contro il nazifascismo fu ricoperto e interpretato da Aldo Fabrizi.