(Ph Sam Gregg) |
“Chiedo Scusa” mescola lo zabumba del Nord-Est del Brasile al qanûn tunisino; ha un ritornello in italiano e in francese, e abbraccia tutti sulla rotta mediterranea.
Edoardo Florio Di Grazia racconta: «Ãˆ una canzone che confronta i riflessi dei nostri specchi, un invito a perdonarsi per compiere quel piccolo miracolo che permette di superare il senso di colpa e trasformare le giornate buie in un cielo stellato dove immaginare il futuro. “Chiedo Scusa” usa l’ironia napoletana dove ciò che è serio deve tramutarsi in gioco e in musica per esserlo veramente, è una canzone per i funamboli della vita che affrontano il buio con una candela scoprendo una nuova strada.
Philippe Petit, uno dei più grandi funamboli della storia, scriveva: “Chi è fiero della propria paura osa tendere cavi sui precipizi”
Seguendo il maestro, “Chiedo Scusa” ci invita a continuare a camminare sul filo, dritti per la nostra strada tra le nuvole.»
Edoardo cerca di captare come un’ antenna i segnali e trasformarli in canzoni. Scrivere gli permette di viaggiare e unire mondi lontanissimi, creando paesaggi immaginari su cui sognare nuova musica: così le rocce amalfitane del porto di Tangeri trasportano verso una casa di Belleville con vista su una piazza fiorentina.