FRANCESCO GRECO. LECCE - I lupi in Terra d’Otranto? Sorpresa! Ci sono sempre stati. Ve n’è traccia nei toponimi (Lecce/Lupiae) e nell’architettura rurale: nelle campagne è frequente osservare i muri di cinta di vecchie masserie svasati, detti, appunto “paralupo”. A proteggere greggi, armenti, pollai. Si tratta quindi di un ritorno.
Il background, tuttavia, non tranquillizza e non muta i termini della questione. E dopo gli avvistamenti sono arrivate le aggressioni (un cavallo sbranato a Taurisano), pecore (Lizzanello, Galatina, Masseria “Fica”, etc.), qualche bestia uccisa in silenzio.
Data la conformazione topografica dei paesi di Terra d’Otranto, che affacciano sulle campagne, si può continuare a vivere sicuri?
Chiediamo lumi al dr. Giacomo Marzano, Responsabile fauna Consorzio di Gestione di Torre Guaceto Area Marina Protetta - Riserva Naturale dello Stato.
La situazione è monitorata e si può parlare di emergenza?
"Il monitoraggio è in corso, in maniera sistematica, da tre anni nell’ambito del progetto di “monitoraggio del lupo in provincia di Lecce” che vede assieme i parchi naturali regionali e statali: “Rauccio, Otranto-S.M. di Leuca, Ugento, Punta Pizzo - S. Andrea, Porto Selvaggio, Cesine” coordinati dalla Provincia di Lecce, in collaborazione con Corpo Forestale dello Stato, ASL, Associazioni naturalistiche e venatorie".
Ma come sono ritornati, è stato l’uomo?
"Assolutamente no, il ritorno rispecchia
l’espansione che la specie ha fatto registrare in
tutto il suo areale a seguito delle misure di
conservazione adottate. Oggi il lupo ha
riconquistato tutti gli spazi che occupava nel
passato".
Quand’è che il lupo è una minaccia, può aggredire gli umani?
"No, a patto che si mantengano comportamenti adeguati e si rispettino le leggi: non dar da mangiare né ai lupi né ad animali randagi, non abbandonare scarti di macellazione nei pressi delle case di campagna, non allevare cuccioli di lupo eventualmente trovati in campagna, non lasciare animali domestici alla catena o liberi durante la notte, ecc".
Che fare, come gestire la situazione, da istituzioni e singoli individui?
"Si deve costruire una convivenza, attraverso il sostegno agli allevatori per dotarsi degli strumenti di protezione del bestiame: cani da gregge adeguati nel numero e nelle dimensioni, recinzioni elettrificate, ecc. Informazione alla comunità tutta sulle buone prassi da adottare. Ricostituire la base trofica naturale del lupo. A breve verranno presentati i risultati del primo triennio di monitoraggio del lupo, primo passo per gettare le basi della convivenza. Il lupo è un predatore, che preferirebbe predare animali selvatici. È necessario correggere le nostre abitudini in funzione del ritorno di una specie che accompagna l’uomo dalla notte dei tempi".
Quand’è che il lupo è una minaccia, può aggredire gli umani?
"No, a patto che si mantengano comportamenti adeguati e si rispettino le leggi: non dar da mangiare né ai lupi né ad animali randagi, non abbandonare scarti di macellazione nei pressi delle case di campagna, non allevare cuccioli di lupo eventualmente trovati in campagna, non lasciare animali domestici alla catena o liberi durante la notte, ecc".
Che fare, come gestire la situazione, da istituzioni e singoli individui?
"Si deve costruire una convivenza, attraverso il sostegno agli allevatori per dotarsi degli strumenti di protezione del bestiame: cani da gregge adeguati nel numero e nelle dimensioni, recinzioni elettrificate, ecc. Informazione alla comunità tutta sulle buone prassi da adottare. Ricostituire la base trofica naturale del lupo. A breve verranno presentati i risultati del primo triennio di monitoraggio del lupo, primo passo per gettare le basi della convivenza. Il lupo è un predatore, che preferirebbe predare animali selvatici. È necessario correggere le nostre abitudini in funzione del ritorno di una specie che accompagna l’uomo dalla notte dei tempi".