(Ph Luigi De Palma) |
MILANO - In occasione dei 25 anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, tornano i Perturbazione con il nuovo disco “La Buona Novella (dal vivo con Nada e Alessandro Raina). Il progetto, pubblicato per Iceberg/Warner Music Italia, è una rilettura integrale live, originale e inedita dell'omonimo album di Faber uscito nel 1970 e in occasione dei 25 anni dalla scomparsa del cantautore. Il risultato è eccellente, una perla, un vero e proprio omaggio al cantautore genovese.
Come nasce l'idea di rifare La buona Novella di De André, uno degli album più importanti del panorama musicale italiano?
L’idea in realtà non nasce da noi. Venimmo contattati, quasi quindici anni fa, dal musicologo Alberto Jona, all’epoca per conto della Scuola Holden. Ci chiese di pensare ad una riesecuzione integrale de “La Buona Novella” in occasione del quarantennale dall’uscita: era il 2010 e il disco è del 1970. Non solo: ci propose di farlo presso il Teatro Comunale di Varallo Sesia in occasione del restauro delle cappelle del Sacro Monte. Varallo Sesia non è poi così distante da Verbania, la città da cui partì il percorso che portò Fabrizio De André a comporre il disco.
Perché la scelta di pubblicare un live e non un album in studio?
Non so se davvero abbiamo scelto noi di pubblicare queste registrazioni o se sono loro ad esser venute a cercare noi. Avevamo registrato il concerto, forse anche con l’idea di farne qualcosa ma all’epoca avevamo un disco nostro pubblicato da poco (del nostro tempo rubato) e la conseguente tournée, molti impegni su cui focalizzarsi e quelle registrazioni restarono in un cassetto. Poco tempo fa un amico le ha tirate fuori da quel cassetto e mixate.
Quando abete ascoltato il risultato siete rimasti soddisfatti?
Ne siamo rimasti molto soddisfatti e ci sembrava perfetto così: trovammo l’appoggio di Gigi e Elena (che nel 2014 sono usciti dal gruppo), di Nada e di Alessandro Raina. Ma anche del nostro project manager Luca Bernini che a sua volta ottenne il parere positivo dalla Fondazione De André e di Warner. Tutto è successo così rapidamente che quasi non ce ne siamo resi conto. Per di più capita a margine di un periodo di stop per noi: con un disco pubblicato in piena pandemia e vicissitudini personali, nel 2021 abbiamo deciso di riporre gli strumenti nelle custodie e li abbiamo ripresi solo nel 2023. Non dico, per restare in tema, che questa sia una Pasqua di resurrezione per i Perturbazione, ma la coincidenza ci pareva troppo forte per essere ignorata. Per questo motivo e per la qualità del lavoro svolto in una formazione che oggi non esiste più, ci ha spinti a tenerci buona quella fotografia e non provare a replicarla in studio, cosa che avrebbe svuotato di senso tutti i motivi che ci hanno indotto a pubblicarla.
Avete scelto di mantenere quella spontaneità nell’esecuzione?
Esattamente. Oltretutto non avevamo altre possibilità. Di quel concerto non esistono registrazioni delle prove, nulla più è stato replicato. Quello che si sente è esattamente ciò che è accaduto. La spontaneità di cui parli porta con sé anche tutti gli errori che si possono “apprezzare” nel disco e che sono un aspetto di fragilità musicale che ben si sposa con la narrazione di Fabrizio De André.
Nada e Alessandro Raina, due collaborazioni importanti. Come sono nate?
Anche in questo caso, fu il confronto con Alberto Jona a spingerci a valutare diverse voci per rappresentare la moltitudine a cui fa riferimento questo disco. Alessandro Raina, all’epoca cantante degli Amor Fou, un gruppo che apprezzavamo molto e che in qualche modo rappresentava una generazione più giovane. Nada non ha bisogno di presentazioni e la bontà e integrità della sua carriera parla di lei meglio di quanto potrei fare io. Con lei avevamo già collaborato, proprio in quel periodo, per uno spettacolo dal titolo “le città viste dal basso” e la sua voce ci sembrava perfetta per raccontare la versione di De André. Oltre a loro si unirono a noi il preziosissimo Dario Mimmo (fisarmonica, bouzouki, tastiere e cori), Paola Roman che recitò alcuni passaggi dei vangeli apocrifi e Don Carlo Scaciga, colui che introdusse De André ai vangeli apocrifi e che raccontò la propria testimonianza ma anche il proprio ruolo nella genesi del disco.
Bella l'idea della cover con un patchwork che riproduce un ritratto di Fabrizio. Chi è l’autore?
Il merito va tutto a Matteo Baracco, già autore della copertina del nostro precedente disco (dis)amore. Fu buona la prima: ci propose di lavorare con tessuti antichi e ne fummo immediatamente entusiasti. Noi veniamo da Torino e, senza voler apparire blasfemo, mi piace vedere questa copertina come una sindone di Fabrizio De André.
Tracklist de “La Buona Novella (dal vivo con Nada e Alessandro Raina)”:
Laudate Dominum
L’Infanzia di Maria
Il Ritorno di Giuseppe (feat. Alessandro Raina)
Il Sogno di Maria
Ave Maria (feat. Nada)
Maria nella Bottega di un Falegname (feat. Nada)
Via della Croce (feat. Alessandro Raina)
Tre Madri
Il Testamento di Tito (feat. Nada e Alessandro Raina)
Laudate hominem