Il jazz, arte dell’esplorazione che parla ancora americano
BARI - Dopo Steve Coleman, a Bari arrivano Scott Hamilton e Jim Rotondi, stelle del secondo concerto della rassegna «Musiche Corsare» quest’anno dedicata all’arte dell’esplorazione nel segno di Marco Polo, del quale ricorrono settecento anni dalla scomparsa. L’appuntamento è in programma sabato 9 marzo (ore 20.45), al Teatro Forma di Bari, per l’associazione Nel Gioco del Jazz presieduta da Donato Romito e diretta da Pietro Laera.
Il tenorsassofonista Scott Hamilton è un esponente di spicco del jazz mainstream e affonda le proprie radici nello stile di Ben Webster, Coleman Hawkins, Zoot Sims e Don Byas. Interprete di una musica elegante, basata su un impeccabile fraseggio e un sound che lo impose per la dolcezza del suono e l’immaginazione creativa già negli anni Settanta, dunque controcorrente rispetto alle esplorazioni particolarmente aggressive del periodo, il sessantanovenne musicista di Rhode Island è ospite, con il connazionale Jim Rotondi, trombettista e flicornista dalla classe cristallina e del fraseggio swing estremamente nitido e fluido, del progetto «Great Encounters» che ha come spina dorsale un quartetto composto da Renato Chicco al pianoforte, Andy Watson alla batteria, Guido Di Leone alla chitarra e Giampaolo Laurentaci al contrabbasso.
Tra progetti a proprio nome e collaborazioni con altri grandi musicisti, Scott Hamilton ha inciso oltre un centinaio di dischi e agli inizi sbalordì i devoti del jazz classico con i primi album pubblicati per la Concord Records, con la quale debuttò nel 1977 dopo essersi trasferito a New York grazie all’aiuto di Roy Eldrige, che nel frattempo gli aveva aperto la strada per lavorare con Anita O'Day e Hank Jones. La Concord è ancora oggi l’etichetta di Scott Hamilton, che ha vissuto a Londra per alcuni anni e da tempo risiede prevalentemente in Italia, da dove si muove per i suoi tour in giro per il mondo. Miglior sassofonista ai Ronnie Scott's Jazz Awards del 2007, Hamilton è stato definito da Dave Gelly un «conversatore in pieno flusso» per il suo modo di suonare il sax con sorprendente fluidità ed estrema padronanza.
E nella scena newyorchese ha costruito la propria carriera anche il trombettista italo-americano Jim Rotondi, musicista nativo del Montana e dotato di un grande senso dello swing. Cresciuto nel mito di Clifford Brown, Jim Rotondi è conosciuto nell’ambiente del jazz americano e internazionale soprattutto per essere uno dei fondatori del sestetto One For All, ensemble stellare sulla scena dell’hard-bop contemporaneo nel quale figurano il sassofonista Eric Alexander, il trombonista Steve Davis, il pianista David Hazeltine, il batterista Joe Farnsworth e il bassista John Webber. Dotato di un suono caldo e potente sostenuto da una tecnica straordinaria e da un linguaggio poetico davvero personale, Jim Rotondi, da oltre vent’anni residente a Graz, in Austria, è molto amato per il suo approccio improvvisativo profondamente intriso della tradizione dei grandi trombettisti jazz.
Info e prenotazioni biglietti 338.9031130 – 351.2101227 - nelgiocodeljazz@outlook.it. Prevendite biglietti online su Liveticket e vendita al botteghino del Teatro Forma a partire dalle ore 16 del giorno dell'evento.