La Provincia di Brindisi prima in Italia a utilizzare il sistema della Rete dei Comuni Sostenibili


BRINDISI
- La Rete dei Comuni Sostenibili varca i confini dei comuni e si apre a province, regioni e città metropolitane. E la Provincia di Brindisi, non solo è stato il primo ente sovracomunale ad aver aderito alla Rete, ma è anche la prima provincia a sottoporsi al monitoraggio della sostenibilità dedicato a questi enti intermedi. La Rete dei Comuni Sostenibili ha, infatti, costruito, insieme ad ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e ai tecnici proprio della Provincia di Brindisi, gli indicatori che verranno utilizzati per misurare gli effetti delle politiche provinciali rispetto agli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030.

"La Rete dei Comuni Sostenibili cresce e si inizia a parlare di comunità sostenibili, superando ormai i confini comunali – commenta Maurizio Gazzarri, direttore tecnico della Rete dei Comuni Sostenibili e curatore della redazione dei Rapporti di sostenibilità –. Il nuovo progetto di monitoraggio della sostenibilità dedicato a province e città metropolitane consentirà di mettere a sistema i dati relativi alla sostenibilità che in molti casi abbiamo solo a livello comunale: in questo modo sarà possibile, ad esempio, mettere in atto politiche sostenibili in aree più vaste, aumentandone l’efficacia. Ringrazio la Provincia di Brindisi, dai tecnici all’amministrazione, per la preziosa collaborazione nella stesura degli indicatori di sostenibilità".

Ma che cosa misurano gli indicatori provinciali della Rete dei Comuni Sostenibili? Vale la pena far notare che le maggiori aree di competenza delle province e delle città metropolitane sono l’edilizia scolastica e la viabilità locale. Ma nel set di indicatori sono inclusi anche parametri relativi all’efficienza della pubblica amministrazione.

Il set è composto da 50 indicatori, 24 dei quali su materie di stretta competenza delle province, mentre 26 sono gli indicatori di contesto, cioè su tematiche non di competenza dell’ente provinciale, ma utili a capire lo scenario dentro al quale l’ente lavora. Tra i 24 indicatori del primo tipo, 8 sono definiti "qualitativi" poiché monitorano lo stato dell’iter di alcuni strumenti di pianificazione come il Piano per la transizione al digitale, il Piano per la rigenerazione energetica degli edifici, il Piano per l’accessibilità degli edifici scolastici e la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Tra gli indicatori quantitativi su materie di competenza provinciale ci sono il tasso di Sinistrosità sulle strade provinciali, la sicurezza degli edifici scolastici, i consumi energetici, l’utilizzo dei cosiddetti CAM (criteri ambientali minimi) negli acquisti, le auto ecologiche nel parco mezzi, la manutenzione stradale straordinaria. Ma anche la capacità di coinvolgimento dei comuni in progetti e servizi.

Tra gli indicatori di contesto, ci sono, tra gli altri, il reddito medio pro capite, la Percentuale di bambini frequentanti gli asili nido nei comuni della provincia, il tasso di diplomati e laureati, l’equità di genere nel consiglio provinciale e in quelli comunali, la percentuale di energia da rinnovabili, l’occupazione anche di tipo giovanile, la copertura con banda ultra larga, il patrimonio culturale, il trasporto pubblico locale, la raccolta differenziata, il consumo di suolo nei comuni.

"Come si può notare – continua Gazzarri – gli argomenti che misuriamo sono i più vari poiché è proprio l’Agenda 2030 ad abbracciare tutti gli aspetti della vita quotidiana dei cittadini e degli enti locali. Non solo ambiente, quindi, ma anche economia, sociale, cultura. Brindisi per noi della Rete è un ente di eccellenza, sia perché è il primo a farsi monitorare sia perché senza l’aiuto dei loro tecnici non sarebbe stato possibile realizzare il set di indicatori".

Brindisi, quindi, è la prima provincia italiana ad avviare il monitoraggio provinciale della Rete dei Comuni Sostenibili. Altre realtà sono già pronte a partire: la provincia di Foggia e le Città metropolitane di Roma e Torino, oltre ad altri enti in procinto di aderire.

Adesso parte la fase di raccolta dei dati e di redazione del primo Rapporto di sostenibilità della Provincia di Brindisi. Una fase che durerà alcuni mesi, con l’obiettivo di presentare i risultati entro l’estate. Il monitoraggio avrà cadenza annuale, per misurare meglio le tendenze e i cambiamenti anno per anno.

"La Provincia di Brindisi è la prima in Italia ad aderire alla Rete dei Comuni Sostenibili - ha affermato il presidente Toni Matarrelli - e noi siamo orgogliosi di questo risultato perché vuol dire aderire all’Agenda 2030 dell’ONU. Oggi, nello specifico, si avvia un percorso che determinerà un monitoraggio rispetto alla qualità della vita dei nostri concittadini, avremo dati scientifici sui cui riflettere e su cui avviare strategie specifiche affinché il territorio possa avere benefici dal punto di vista ambientale, occupazionale e della salute”.

In conclusione, una notizia positiva per tutti i comuni della Provincia di Brindisi. Con l’adesione dell’ente provinciale scattano due benefici per tutti i 20 comuni della provincia. Il primo è la possibilità di aderire alla Rete dei Comuni Sostenibili con una quota scontata. Il secondo è la cosiddetta “strategia multilivello”: i monitoraggi di livello comunale includeranno da qui in avanti anche i confronti con il livello provinciale, favorendo la conoscenza e la consapevolezza di cittadini e amministratori.

La Rete dei Comuni Sostenibili è un’associazione nazionale senza scopo di lucro aperta all’adesione di tutti i comuni italiani e unioni di comuni, a prescindere dalla dimensione, collocazione geografica e colore politico dell’amministrazione comunale. Dal 2023 è aperta anche all'adesione di province, città metropolitane e regioni. L’associazione promuove politiche per la sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica, con un progetto innovativo e concreto, valorizzando le buone pratiche e accompagnando le amministrazioni locali alla territorializzazione e al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu.

È nata nel 2021 su iniziativa dell’Associazione delle Autonomie Locali Italiane (ALI), Città del Bio e Leganet, in collaborazione con ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, e in sinergia con il Joint Research Centre della Commissione europea. Hanno aderito quasi 100 enti locali ed è in costante espansione con oltre 300 manifestazioni d’interesse.