Mola di Bari Teatro: domani La Ianara, con Elisabetta Aloia

ph Nico Furio

MOLA DI BARI - A Mola, Teatro Van Westerhout, per la stagione teatrale del Comune di Mola di Bari in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, domani, venerdì 15 marzo alle ore 21, in scena il monologo di Licia Giaquinto, La Ianara, regia e interpretazione di Elisabetta Aloia.

In cinquanta minuti una donna anima la scena. Sospesa nel passaggio tra la vita e la morte, tra ciò che era e ciò che sarà. Si muove “come un cane randagio” in uno spazio circoscritto, in cui mescola il racconto a rituali e scongiuri salmodiati. Parla una lingua non definita, una sorta di dialetto creato da una mescolanza di dialetti del meridione. “La ianara” è un salto nel passato, l’istante di un ricordo lontano, che si realizza attraverso la parola, il gesto. È una sorta di respiro sospeso tra il passato e il futuro che tocca corde dell'intimità dell'essere umano di sconcertante attualità e verità, in cui i personaggi si annodano in una formula ancestrale e perfetta di continuità sociale.

Adelina, nega per l’intera esistenza la sua natura di strega e per buona parte anche quella di donna. Lei non è come le altre. È figlia di ianare, il suo destino è segnato. Ma un giorno decide di fuggire via da tutto.

Le terre del sud, sono pregne di tradizioni, di storie, di leggende non ancora svelate. Dare voce alla tradizione perché qualcuno possa ascoltarla e restarne “affascinato”, è questo l’obiettivo. L’intuizione è arrivata dopo la lettura del riuscitissimo romanzo di Licia Giaquinto “la ianara” pubblicato dall’ Adelphi.

È iniziato così un minuzioso studio alla scoperta della stregoneria e del suo radicamento nelle società contadine del sud Italia. Ho letto testimonianze provenienti dall’Irpinia, Basilicata, Puglia e Sicilia, storie di janare, masciare, mavare, storie di donne. “Il malocchio si connota al femminile così come la stregoneria” (Malleus maleficarum scritto da H. Institor e Jakob Sprenger nel Cinquecento per ordine di papa Innocenzo VIII).

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