PUTIGNANO - Essere cristiani significa anzitutto essere portatori di Pace. Una pace che va
costantemente ricercata, costantemente attenzionata. Questa la consapevolezza
maturata durante l’incontro, ieri sera, con Mons. Giovanni Ricchiuti, arcivescovo-
vescovo emerito di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e Presidente del
movimento Pax Christi Italia.
“La presenza di don Giovanni si inserisce nel percorso ideato insieme all’Azione Cattolica parrocchiale nella scuola di formazione socio-politica con l’associazione Cercasi un fine. Un percorso che sta attenzionando il tema della Pace, accompagnato da un grande quesito: la pace è possibile? Stiamo cercando di capirlo incontro dopo incontro, maturando che dipende dall’uomo e che la guerra, sicuramente, non è una soluzione. La presenza di mons. Ricchiuti nella nostra comunità, con il suo impegno per la Pace, ha rappresentato un importante tassello per comprendere ancora meglio la nostra vocazione di cristiani” ha dichiarato, salutando il presule, il parroco don Mimmo Belvito.
Per la sindaca Luciana Laera la presenza del presidente di Pax Christi “è un grande onore. La sua voce ci aiuta a comprendere la situazione geopolitica ed orientarci in quella pace che tutti desideriamo”.
L’incontro ha visto il vescovo spaziare all’interno dello scenario geopolitico, passando in rassegna le varie guerre. Quelle più raccontate, come il conflitto russo- ucraino e israelo-palestinese, come pure quelle meno conosciute. “Non dobbiamo avere paura di chiamare genocidio quello che sta avvenendo nella Striscia di Gaza. La situazione, come in Ucraina, è complessa, ma dobbiamo guardare alla realtà senza filtri politici” ha detto mons. Ricchiuti, “bisogna fermare i finanziamenti delle armi. Oggi spendiamo centinaia di miliardi di euro che potrebbero essere investiti nella sanità e formazione invece che per fabbricare armi”. “Noi seguiamo l’esempio di Gesù che nella sua passione è stato autorevole portatore di pace, anche sulla croce” ha richiamato il presidente di Pax Christi. Don Giovanni ha illustrato il percorso del movimento pacifista di cui è presidente che ha visto nel venerabile don Tonino Bello una guida illuminante, capace di contrastare il parere della politica a favore della pace. Così, per Ricchiuti, è necessario fare ora, chiedendo la Pace a tutti i costi. Una pace che passa dalla diplomazia, dalla “smilitarizzazione” della Chiesa, dall’investimento sulla formazione e dall’obiezione di coscienza.
“Bisogna avere il coraggio di dire di no, di aiutare i nostri giovani a desiderare la pace e seminarla nel nostro mondo, anche laddove non c’è guerra” ha concluso Ricchiuti.
Proprio in questo senso si muove anche la scuola socio-politica “Cercasi un fine” di Putignano che nell’incontro con don Giovanni Ricchiuti ha avuto nuovi stimoli per cercare di seminare la pace. Prossimo appuntamento per la scuola sarà venerdì 15 marzo, quando l’incontro di formazione sarà tenuto da don Rocco D’Ambrosio, direttore scientifico dell’associazione “Cercasi un fine”.
“La presenza di don Giovanni si inserisce nel percorso ideato insieme all’Azione Cattolica parrocchiale nella scuola di formazione socio-politica con l’associazione Cercasi un fine. Un percorso che sta attenzionando il tema della Pace, accompagnato da un grande quesito: la pace è possibile? Stiamo cercando di capirlo incontro dopo incontro, maturando che dipende dall’uomo e che la guerra, sicuramente, non è una soluzione. La presenza di mons. Ricchiuti nella nostra comunità, con il suo impegno per la Pace, ha rappresentato un importante tassello per comprendere ancora meglio la nostra vocazione di cristiani” ha dichiarato, salutando il presule, il parroco don Mimmo Belvito.
Per la sindaca Luciana Laera la presenza del presidente di Pax Christi “è un grande onore. La sua voce ci aiuta a comprendere la situazione geopolitica ed orientarci in quella pace che tutti desideriamo”.
L’incontro ha visto il vescovo spaziare all’interno dello scenario geopolitico, passando in rassegna le varie guerre. Quelle più raccontate, come il conflitto russo- ucraino e israelo-palestinese, come pure quelle meno conosciute. “Non dobbiamo avere paura di chiamare genocidio quello che sta avvenendo nella Striscia di Gaza. La situazione, come in Ucraina, è complessa, ma dobbiamo guardare alla realtà senza filtri politici” ha detto mons. Ricchiuti, “bisogna fermare i finanziamenti delle armi. Oggi spendiamo centinaia di miliardi di euro che potrebbero essere investiti nella sanità e formazione invece che per fabbricare armi”. “Noi seguiamo l’esempio di Gesù che nella sua passione è stato autorevole portatore di pace, anche sulla croce” ha richiamato il presidente di Pax Christi. Don Giovanni ha illustrato il percorso del movimento pacifista di cui è presidente che ha visto nel venerabile don Tonino Bello una guida illuminante, capace di contrastare il parere della politica a favore della pace. Così, per Ricchiuti, è necessario fare ora, chiedendo la Pace a tutti i costi. Una pace che passa dalla diplomazia, dalla “smilitarizzazione” della Chiesa, dall’investimento sulla formazione e dall’obiezione di coscienza.
“Bisogna avere il coraggio di dire di no, di aiutare i nostri giovani a desiderare la pace e seminarla nel nostro mondo, anche laddove non c’è guerra” ha concluso Ricchiuti.
Proprio in questo senso si muove anche la scuola socio-politica “Cercasi un fine” di Putignano che nell’incontro con don Giovanni Ricchiuti ha avuto nuovi stimoli per cercare di seminare la pace. Prossimo appuntamento per la scuola sarà venerdì 15 marzo, quando l’incontro di formazione sarà tenuto da don Rocco D’Ambrosio, direttore scientifico dell’associazione “Cercasi un fine”.