Scandalo Amtab di Bari: Magistrato rivela pressioni mafiose sulle assunzioni

BARI - Il mondo delle istituzioni è stato scosso da nuove rivelazioni sullo scandalo che ha coinvolto l'Amtab di Bari, azienda di trasporti pubblici della città, finita sotto amministrazione giudiziaria nel febbraio del 2024 dopo un'inchiesta che ha portato a oltre 100 arresti. A parlare è Elio Di Molfetta, il magistrato che nel 2020 fu nominato dalla Regione Puglia alla presidenza dei collegi di disciplina delle aziende di trasporto, tra cui l’Amtab di Bari.

In un'intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno, Di Molfetta ha dichiarato che fin dal suo insediamento ricevette richieste di aiuto da parte del direttore generale dell'Amtab. Quest'ultimo lamentava di non riuscire a licenziare alcune persone sospettate di essere vicine ai clan mafiosi che operano nella zona. Secondo quanto riferito dal magistrato, il direttore generale gli chiese un colloquio privato per esporre la situazione, sottolineando le pressioni e le difficoltà incontrate nel procedere con i licenziamenti.

L'inchiesta, denominata Codice interno, ha portato alla luce un sistema di pressioni da parte del clan Parisi per influenzare le assunzioni all'interno dell'Amtab, nonché un presunto sistema di voto di scambio politico-mafioso durante le elezioni comunali del 2019. Queste rivelazioni hanno spinto il Ministero dell'Interno a inviare una commissione per valutare la possibilità di sciogliere il consiglio comunale di Bari.

Di Molfetta ha anche rivelato che, nonostante abbia accettato l'incarico di presiedere il consiglio di disciplina dell'Amtab in modo gratuito, il suo ruolo è stato dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato nel settembre del 2021, a seguito del rifiuto del Consiglio Superiore della Magistratura di autorizzarlo a svolgere l'incarico. Questo ha privato l'Amtab dell'organo che avrebbe dovuto autorizzare i licenziamenti del personale, creando ulteriori complicazioni nella gestione dell'azienda.

Le parole di Di Molfetta gettano luce su una situazione già gravissima, evidenziando l'influenza mafiosa e le difficoltà nel contrastarla all'interno di istituzioni pubbliche cruciali come l'Amtab. La vicenda solleva nuove domande sull'efficacia delle misure anti-mafia e sulla necessità di un impegno costante e determinato nella lotta alla criminalità organizzata.