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La decisione della nomina della commissione è arrivata in seguito all'arresto di 130 persone nell'ambito di un'inchiesta dell'Antimafia barese su un presunto intreccio mafia-politica, con ipotesi di voto di scambio, alle elezioni comunali del 2019.
Decaro, nel suo sfogo, ha espresso indignazione per questa decisione, descrivendola come "un atto gravissimo che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio alla vigilia delle elezioni". Ha anche affermato che la nomina è avvenuta senza considerare il dossier consegnato dal comune, composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine, che documentava le attività svolte contro la criminalità organizzata.
Il sindaco ha promesso di opporsi strenuamente a questa mossa, affermando: "A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città. Fosse l’ultimo atto della mia esperienza politica. Non starò zitto".
Anche i parlamentari pugliesi del Partito Democratico, Marco Lacarra, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi, hanno criticato aspramente la decisione del ministro, definendola un "atto di una violenza e di una gravità inaudita" e sottolineando che non esistono presupposti per verificare l'ipotesi di scioglimento del comune.
Inoltre, hanno sollecitato l'intervento diretto del Presidente della Repubblica di fronte a ciò che considerano una negazione della democrazia. La tempistica dell'azione, a pochi mesi dalle elezioni in cui il centrodestra avrebbe subito una sconfitta, è stata indicata come ulteriore prova della malafede dietro questa decisione.