VICO DEL GARGANO (FG) – È tutto pronto, a Vico del Gargano, per gli ultimi e intensissimi giorni della Settimana Santa. Le 12 chiese, le Confraternite e i fedeli hanno ultimato i preparativi. Oggi, mercoledì 27 marzo, dalle ore 20 nelle Chiese di San Nicola, San Giuseppe e del Carmine si celebrerà l’Ufficio delle Tenebre.
IL PIANTO DELLA MADONNA. Il Giovedì Santo, che quest’anno cade il 28 marzo, è forse la giornata che più delle altre distingue ed esprime le peculiarità della Settimana Santa vichese: alle ore 17, in tutte le chiese, si celebrerà la Santa Messa In Coena Domini; alle ore 21, nella Chiesa Madre, il momento di profondo raccoglimento per il “Pianto della Madonna”; dalle ore 21.30, l’Ufficio delle Tenebre cantato dalle voci delle Confraternite e lo “schopp” finale. Lo “schopp” è quanto accade al termine delle lodi, quando i fedeli battono i piedi e agitano le “racanelle”, raganella in italiano, uno strumento in legno che produce suoni brevi e secchi attraverso la rotazione di una lamina su una ruota dentellata. Le racanelle e il rumore dei piedi che battono a terra cercano di riprodurre il rombo del terremoto che accompagnò la morte di Gesù Cristo.
CONFRATERNITE IN CORTEO. Il 29 marzo sarà il giorno più lungo e intenso della Settimana Santa di Vico del Gargano. Comincerà con la “Processione della Madonna Addolorata”, la processione delle donne che accompagnano Maria. Alle ore 8, si svilupperanno le processioni penitenziali delle Confraternite che portano la Madonna a visitare Gesù nelle 12 chiese cantando il salmo 50° Miserere, per poi rientrare nelle proprie sedi intonando l’inno “Pange lingua gloriosi”. Alle ore 15 sarà di scena la celebrazione dell’Agonia nella Chiesa del Purgatorio che custodisce la Stauroteca, reliquia della croce di Gesù. Dalle 17 alle 18, si celebra nelle parrocchie la cosiddetta Messa Pazza, così chiamata perché nella celebrazione manca il momento della consacrazione eucaristica. Alle ore 19, uno dei momenti più solenni e spettacolari con l’uscita, in un unico grande corteo, di tutte le Confraternite e della popolazione per portare in processione il simulacro dell’Addolorata della Chiesa Matrice e il Cristo morto della Chiesa di San Giuseppe intonando a cori alterni il Miserere. Sabato 30 e domenica 31 marzo, con il Sabato Santo e la domenica di Pasqua, si concluderanno le celebrazioni della Settimana Santa di Vico del Gargano.
I SENSI DEL SACRO. È durante la Settimana Santa che emergono in modo completo, caleidoscopico e antropologico l’identità e la meraviglia di Vico del Gargano, promosso dall’ANCI nel circuito de I Borghi più belli d’Italia, avamposto di fascino e mistero legato ai “due cieli”, uno di terra e uno di mare grazie al suo affaccio sulla costa con le frazioni balneari di San Menaio e Calenella. Un insieme esperienziale potente e intenso, che coinvolge tutti i sensi: la vista delle 12 antiche chiese, delle architetture del borgo; l’olfatto che percepisce l’incenso delle cerimonie religiose, il profumo delle tipicità enogastronomiche pasquali; la sensibilità tattile messa alla prova nel contatto con la terra; il gusto del patrimonio enogastronomico; l’udito sollecitato dal riconoscere l’unicità della tradizione etnomusicale garganica legata agli antichi canti.
IL PIANTO DELLA MADONNA. Il Giovedì Santo, che quest’anno cade il 28 marzo, è forse la giornata che più delle altre distingue ed esprime le peculiarità della Settimana Santa vichese: alle ore 17, in tutte le chiese, si celebrerà la Santa Messa In Coena Domini; alle ore 21, nella Chiesa Madre, il momento di profondo raccoglimento per il “Pianto della Madonna”; dalle ore 21.30, l’Ufficio delle Tenebre cantato dalle voci delle Confraternite e lo “schopp” finale. Lo “schopp” è quanto accade al termine delle lodi, quando i fedeli battono i piedi e agitano le “racanelle”, raganella in italiano, uno strumento in legno che produce suoni brevi e secchi attraverso la rotazione di una lamina su una ruota dentellata. Le racanelle e il rumore dei piedi che battono a terra cercano di riprodurre il rombo del terremoto che accompagnò la morte di Gesù Cristo.
CONFRATERNITE IN CORTEO. Il 29 marzo sarà il giorno più lungo e intenso della Settimana Santa di Vico del Gargano. Comincerà con la “Processione della Madonna Addolorata”, la processione delle donne che accompagnano Maria. Alle ore 8, si svilupperanno le processioni penitenziali delle Confraternite che portano la Madonna a visitare Gesù nelle 12 chiese cantando il salmo 50° Miserere, per poi rientrare nelle proprie sedi intonando l’inno “Pange lingua gloriosi”. Alle ore 15 sarà di scena la celebrazione dell’Agonia nella Chiesa del Purgatorio che custodisce la Stauroteca, reliquia della croce di Gesù. Dalle 17 alle 18, si celebra nelle parrocchie la cosiddetta Messa Pazza, così chiamata perché nella celebrazione manca il momento della consacrazione eucaristica. Alle ore 19, uno dei momenti più solenni e spettacolari con l’uscita, in un unico grande corteo, di tutte le Confraternite e della popolazione per portare in processione il simulacro dell’Addolorata della Chiesa Matrice e il Cristo morto della Chiesa di San Giuseppe intonando a cori alterni il Miserere. Sabato 30 e domenica 31 marzo, con il Sabato Santo e la domenica di Pasqua, si concluderanno le celebrazioni della Settimana Santa di Vico del Gargano.
I SENSI DEL SACRO. È durante la Settimana Santa che emergono in modo completo, caleidoscopico e antropologico l’identità e la meraviglia di Vico del Gargano, promosso dall’ANCI nel circuito de I Borghi più belli d’Italia, avamposto di fascino e mistero legato ai “due cieli”, uno di terra e uno di mare grazie al suo affaccio sulla costa con le frazioni balneari di San Menaio e Calenella. Un insieme esperienziale potente e intenso, che coinvolge tutti i sensi: la vista delle 12 antiche chiese, delle architetture del borgo; l’olfatto che percepisce l’incenso delle cerimonie religiose, il profumo delle tipicità enogastronomiche pasquali; la sensibilità tattile messa alla prova nel contatto con la terra; il gusto del patrimonio enogastronomico; l’udito sollecitato dal riconoscere l’unicità della tradizione etnomusicale garganica legata agli antichi canti.